Venerdì 4 marzo alle 16:30, nell'auditorium “Giancarlo De Carlo” del Monastero dei Benedettini, si svolge il sesto incontro del laboratorio d'Ateneo “Conoscere il mondo arabo-islamico”. Il titolo del seminario, che sarà tenuto dal prof. Ibrahim Magdud (Accademia libica in Italia) è "Società e Stato in Libia: ideologia, assetto tribale e petrolio".
Il tema. Di consueto il binomio società-Stato si incentra sull'analisi del rapporto tra le strutture sociali e quelle statali e del delicato equilibrio che s’instaura fra loro. Nella fattispecie del caso libico, tuttavia, tale relazione è condizionata da tre importanti fattori culturali, sociali e pratici: l’ideologia, le qaba'il - le tribù (ovvero l’assetto tribale) e il petrolio.
Alla base della prima – l’ideologia - vi è l'appartenenza religiosa. Infatti, possiamo notare che proprio tale appartenenza è sempre rimasta viva e presente sul territorio, nonostante il protettorato britannico abbia cercato di sopprimerla alla fine del colonialismo italiano incoraggiando, ad esempio, la formazione e il radicamento sul territorio di partiti a carattere panarabista, nazionalista e socialista (fra questi il Partito del Congresso, L'alleanza Nazionale Socialista, il Movimento dei Nazionalisti Arabi e altri). Va aggiunto, ancora, che anche durante il periodo di Mu’ammar al-Gheddafi il rais in persona promosse una marginalizzazione del sentimento religioso a favore di una più laica coscienza popolare. Tuttavia, osserviamo ancora oggi che il legame con la fede è rimasto ben saldo nonché l’imprescindibile fulcro ideologico del mondo libico.
Per quanto concerne il secondo tema, quello dello Stato, esso continua a costituire una mera “rappresentanza” di un discorso politico non pluralista. Vedremo, infatti, come tale idea di unità, che lo Stato ha sinora rappresentato, sia in netta contraddizione con la reale struttura tribale della società libica.
In merito al tema del petrolio, infine, tale preziosa risorsa ha costituito - e purtroppo costituisce - l’unico substrato economico per lo sviluppo di un'apparenza modernista della società. La contingenza e l’irrinunciabilità al suo impiego in economia, infatti, non hanno condotto ad un progressivo e sano sviluppo del Paese in termini politici, contribuendo così, nel corso degli anni, a rafforzare il potere unico a sfavore di una dialettica democratica.
La Libia nella sua struttura sociale, pertanto, è tuttora fondata su una pluralità di voci tribali - stimate in un numero superiore a 50 - che possono essere intese come piccole isole socio-politiche: nonostante la vicinanza, infatti, esse mantengono ognuna le proprie caratteristiche e talora esercitano una rivalità spietata fra loro. Tali dati sono riscontrabili nelle attuali zone della Cirenaica, del Fezzan e della Tripolitania.
Concludiamo, infine, che se il petrolio ha costituito un elemento imprescindibile per lo sviluppo economico del Paese, finalizzato al miglioramento dei servizi all'istruzione, alla sanità e, più in generale, alla modernizzazione delle infrastrutture, esso tuttavia non ha esercitato alcuna influenza sul cambiamento delle strutture sociali. Obiettivo di questo incontro sarà dunque quello di comprendere come il desiderio di appropriazione o di gestione di tale ricchezza ha forse aggravato le divisioni fra le tribù. E come sicuramente, invece, esso abbia fortemente condizionato il dialogo politico e la concezione dello Stato moderno.
Il docente. Docente di lingua, linguistica e letteratura araba, Ibrahim Magdud è direttore dell’Accademia libica in Italia e vicepresidente della Fondazione Universitaria Italo Libica.
Tra le sue pubblicazioni: Tarikh al dab al itali, addar al arabia lil kitab (Tunisi, Tripoli, 2010); Storia della lingua araba (Aracne, Roma 2010); L’alta formazione in Libia, (Università di Catania, 2009); L'idea di 'Adl come paradigma (Sesamo, Lecce, 2003); Appunti di linguistica araba (Facoltà di lettere e filosofia, Palermo, 1999); Ta’mulat fi fikr at-tataruf ma bayna al harbayn (Wzarat al Awqaf, Cairo 1997); Appunti di Traduzione Arabo - Italiano - Arabo (Università di Palermo, 2011).
(04 marzo 2016)