Venerdì 20 dicembre alle 16, nell'aula magna "Umberto Scapagnini" della Torre Biologica (via Santa Sofia 89), il prof. Maurizio Pompili tiene la lectio magistralis dal titolo "Towards a new Paradigm in the Prevention of Suicide".
Il seminario rientra nella serie "European Frontiers in Biomedical and Biotechnological Sciences" (EFBIO) dell'a.a. 2019/20, promossa dai docenti del Dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche Filippo Drago e Salvatore Salomone.
Il suicidio rappresenta un grave problema di salute pubblica, con circa 880mila morti ogni anno nel mondo, di cui circa 4.000 in Italia. Recentemente, l’Istat ha condotto uno studio sul suicidio nel triennio 2011/13 valutando la presenza di eventuali patologie fisiche e/o mentali in concomitanza. Nel periodo considerato, si sono registrati 12.877 suicidi (di cui 10.065 riscontarti nel sesso maschile) e circa 1 caso di suicidio su 5 presenta morbosità rilevanti associate. In particolare, in 737 suicidi è stata documentata la presenza di malattie fisiche rilevanti. Tra questi, 288 presentano un disturbo mentale in comorbidità, mentre in 1.664 casi lo studio riporta la presenza di disturbi mentali senza comorbidità per malattie organiche rilevanti. Inoltre, in più dell’80% dei casi non si rilevano né disturbi mentali né malattie fisiche rilevanti.
Questi risultati pongono l’accento sulla complessità e la natura multifattoriale del suicidio. Per comprendere la mente suicida è necessario assumere il punto di vista del soggetto in crisi e appare essenziale partire dal concetto di dolore mentale. Il suicidio è un dramma nella mente dell’individuo in crisi guidato dal dolore mentale insopportabile, chiamato psychache. Il suicidio non può essere considerato l’esito di un disturbo, ma una condizione che scaturisce da un restringimento degli affetti e dell’intelletto. Come se l’individuo si trovasse in un tunnel dal quale non riesce ad uscire e nel quale ha perso la capacità di orientarsi su soluzioni alternative al porre fine alla propria vita. Affinché un suicidio avvenga, deve esserci un processo di accensione della “miccia”, che passa attraverso diversi stati che precedono l’atto letale.
La relazione pone l’accento sulle ultime tendenze della ricerca e propone un nuovo paradigma per la comprensione del fenomeno suicidario, identificando nell’individuo in crisi la possibilità di soluzione piuttosto che in un qualsivoglia disturbo che evoca invece modelli esplicativi ormai obsoleti.
Maurizio Pompili è docente di Psichiatria, direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università "La Sapienza" di Roma e presidente del corso di laurea in Tecnica della Riabilitazione psichiatrica. Autore di diverse pubblicazioni in ambito medico/scientifico, editore capo di “Annals of general Psychiatry”, editore di diverse riviste internazionali.
Peer-reviewed publications (Pubmed, n= 150); H-INDEX (scopus)= 46.
(20 dicembre 2019)