Dal 17 al 24 marzo, al Teatro Massimo Bellini di Catania, va in scena "Fedora", dramma di Victorien Sardou, ridotto in tre atti per la scena lirica da Arturo Colautti, musica di Umberto Giordano.
L'opera sarà presentata sabato 16 marzo alle 16:30, nel Foyer del Teatro Massimo Bellini, in occasione di Preludi all'Opera.
Amore e morte che s’inseguono, senza tregua e senza riscatto. Questi gli ingredienti - classici eppure trattati con inedita, spasmodica tensione - che rendono esplosiva la miscela di "Fedora", titolo raramente frequentato di Umberto Giordano, che torna al Teatro Massimo Bellini di Catania dopo un’assenza di oltre mezzo secolo.
Tutto questo e molto di più è "Fedora", attanagliante thriller capace di incollare alle poltrone il pubblico di tutto il mondo per seguire una storia che si snoda da San Pietroburgo alle montagne innevate dalla Svizzera, passando per Parigi: omicidi e intrighi internazionali sono lo sfondo dell’amore tanto appassionato quanto contrastato che unisce la principessa Fedora Romazov al conte Loris Ipanov, affascinante dandy frequentatore dell’alta società di fine secolo. Come cedere al sentimento verso l'uomo sospettato di avere ucciso il fidanzato che la nobildonna era stata in procinto di sposare e sul cui cadavere ha giurato di vendetta?
L’imminente ripresa catanese schiera un cast internazionale, che vedrà alternarsi nel ruolo del titolo il soprano lettone Ira Bertman all’italiana Elena Rossi, mentre vestiranno i panni del conte Ipanov il promettente tenore russo Sergey Polyakov, in alternanza con l’egiziano Ragaa Eldin, mentre nei ruoli del diplomatico De Siriex e della frizzante contessa Olga Sukarev sarà possibile ascoltare rispettivamente il rumeno Ionut Pascu e la giovanissima Anastasia Bartoli.
Collaboratore di firme storiche come Lamberto Puggelli e, adesso, Leo Nucci, Salvo Piro firma la regia dello spettacolo che – su scene e costumi di Alfredo Troisi – direttamente proviene dal teatro della città natale di Giordano, Foggia. Grande attesa per il gradito ritorno sul podio del Bellini, infine, della bacchetta dell’israeliano Daniel Oren, interprete di riferimento del repertorio italiano tra Otto e Novecento. Vincitore del prestigioso Concorso internazionale “Herbert von Karajan”, Oren è stato applaudito dalle platee di tutto il mondo ed è amatissimo in Italia, dove è attivo dal 1978, anno del debutto al Festival dei Due Mondi di Spoleto, ed è attualmente direttore artistico del Teatro “Verdi” di Salerno. Dopo la prima del 17 marzo, al direttore israeliano subentrerà Gennaro Cappabianca, che al Bellini ha già diretto lo Stabat Mater di Pergolesi/Paisiello e la prima mondiale di "Lucenti Aita" di Mario Garuti.
Per questo spettacolo, grazie all’intesa tra l’Università di Catania e il Teatro Bellini, gli studenti universitari e il personale docente e tecnico amministrativo possono assistere alla repliche usufruendo di condizioni agevolate, previa prenotazione online.
(17 marzo 2019)