L'archeologa e topografa
Sebastiana Lagona, già docente all’Università di Catania, è nota ormai in campo internazionale per l’importante attività di scavi in Turchia. Chi ne conosce l'entusiastico impegno sa già che la studiosa, a capo di una fortunata missione archeologica, fin dal 1982 ha cominciato a riportare alla luce l'antica Kyme (nei pressi dell'odierna Allaga) che fu una delle città portuali più importanti del Mediterraneo da cui partirono i coloni che fondarono la Cuma campana.
La mostra fotografica
Kyme e le Terre dell’Etna, che racconta questi anni di duro impegno ma anche di estreme soddisfazioni per una studiosa che è considerata una vera e propria “pioniera” degli scavi in Turchia, è stata inaugurata nella medievale città di Randazzo, dal sindaco Salvatore Agati e dal vicesindaco Grazia Emmanuele, alla presenza della stessa Lagona, del soprintendente ai beni culturali di Catania, Gesualdo Campo e di altri studiosi ed esperti. Ospiti d’onore Nuretin Yardmci, già direttore generale delle antichità in Turchia e attualmente consigliere del primo ministro e Stefano Ravagnan, già console in Turchia e oggi consigliere di legazione.
La mostra è già stata ospitata a Catania, nell’area portuale, con successo e ora si fermerà a Randazzo per tutto il periodo estivo.
Nel corso della presentazione la studiosa ha sottolineato la vocazione commerciale dell'antica Kyme, che ha messo a confronto con Catania, città portuale che forse dovrebbe maggiormente puntare sulla sua posizione di città marittima. Ha poi sottolineato l’importanza del centro di Randazzo e la strategica collocazione dei pannelli, nel Castello che ospita già una delle più importanti collezioni museologiche e il museo dei pupi siciliani.
L’antica città di Kyme in Eolide, si estendeva su due colline in prossimità del mare, all’interno dell’ampio golfo eleatico, in una baia oggi chiamata Nemrut Limani. Secondo la tradizione, la città fu fondata intorno al 1050 da Eoli provenienti dal "Fricio Locrico", in un sito già abitato dai Pelasgi. La città, già poco dopo la fondazione, fu al centro di traffici commerciali che interessavano l'Egeo e l'Occidente, dove aveva collaborato a fondare Cuma campana. Individuata già dai viaggiatori nel Settecento, Kyme fu teatro di scavi alla metà dell'Ottocento, prima da parte del proprietario terriero D. Baltazzi, poi da S. Reinach, che scavò nella necropoli meridionale. Nel 1925, una missione cecoslovacca, diretta da A. Salaç, portava alla luce numerosi resti, tra cui un portico, una casa detta "del vasaio" e un piccolo tempio di Iside. Seguirono dei saggi turchi, uno brevissimo nel 1955, in cui E. Akurgal rinvenne ceramica orientalizzante sulla collina sud. Altri scavi furono eseguiti dal 1979 al 1984 dal Museo di Izmir in diverse zone della città, che portarono al rinvenimento di epigrafi ed importanti strutture in prossimità della collina sud.
Le prime ricerche sistematiche dell'Università di Catania furono avviate nel 1982, dapprima congiuntamente con il Museo di Izmir e dal 1986 con la responsabilità integrale delle ricerche nel sito.
(31 luglio 2007)