Giovedì 28 aprile alle 15:30, nell'aula magna del dipartimento di Fisica e Astronomia, "colloquium" con il dott. Vincenzo Antonuccio-Delogu (Inaf, Istituto Nazionale di Astrofisica, Catania) sul tema
I buchi neri e la formazione stellare primordiale, organizzato dalla prof.ssa Francesca Rizzo (dipartimento di Fisica e Astronomia e Infn – Laboratori Nazionali del Sud).
Il tema del seminario. Nel 1998 Silk e Rees suggerirono che buchi neri supermassicci, con masse tre 1 e 100 milioni di masse solari, nascosti al centro delle galassie, avrebbero potuto emettere dei jet relativistici di potenza sufficiente a bloccare la formazione stellare nelle galassie che li ospitavano. Dodici anni dopo sappiamo che ogni galassia nell'universo ospita uno di questi buchi neri, anche le galassie più lontane e giovani, con un'età di appena 1 miliardo di anni. Queste galassie sembrano avere formato stelle ad un ritmo circa cinquecento volte superiore a quello delle galassie a noi più vicine. Questi ritmi di formazione stellare non possono però essere prodotti dall'instabilità gravitazionale del gas, come nella nostra galassia.
Una possibilità è che gli stessi jet relativistici prodotti dai buchi neri possano avere stimolato la formazione stellare a questi ritmi, quando le galassie erano molto più giovani, e più ricche di gas. È quindi necessario ipotizzare che questi buchi neri supermassicci siano nati prima delle galassie stesse, e abbiano essi stessi indotto la formazione stellare? Le simulazioni numeriche eseguite dei negli ultimi anni dal gruppo di Inaf-Catania assieme a quello del prof. Silk a Oxford e recentemente a Heidelberg mostrano per la prima volta un'immagine dell'universo primordiale molto più vicina a quella osservat,a e suggeriscono come i buchi neri supermassicci siano effettivamente gli oggetti più antichi nell'universo, dopo la radiazione cosmica di fondo.
(28 aprile 2011)