Da martedì 8 a domenica 13 febbraio, al Teatro Ambasciatori di Catania, andrà in scena Don Chisciotte, tratto dal testo di Miguel de Cervantes, per la stagione 2010-2011 del Teatro Stabile. Il progetto e la regia sono di Franco Branciaroli. Interpreta Franco Branciaroli. E' una produzione Teatro de Gli Incamminati.
Don Chisciotte è un enorme trattato sull'imitazione: così come lui imita i cavalieri, io imito i cavalieri della scena». Con questa premessa Franco Branciaroli, dopo l'originale edizione di Finale di partita in cui il protagonista parlava con la voce dell'ispettore Clouseau alias Peter Sellers, si prepara al nuovo spettacolo tratto dal testo di Miguel de Cervantes. Branciaroli sarà infatti impegnato nel doppio ruolo di Don Chisciotte e Sancho Panza, cui darà, imitandole, le voci di Vittorio Gassman e Carmelo Bene. Il vagabondare verbale, divertente e commovente insieme, dei due mattatori ripercorrerà alcune delle scene più celebri del grande romanzo picaresco del siglo de oro spagnolo. «Li immagino nell'aldilà - spiega ancora Branciaroli - mentre confessano che avrebbero sempre voluto mettere in scena il libro più d'avanguardia che ci sia, il Don Chisciotte. Li faccio parlare e così, accanto ai personaggi dell'Hidalgo e di Sancho, riprenderanno vita anche i loro dialoghi, i loro battibecchi, il loro immaginario». Ecco dunque che le "maschere verbali" dei due grandi protagonisti della scena teatrale italiana daranno anche occasione di ritrovare atmosfere di un Gran teatro che non c'è più e che lo stesso Branciaroli, che con Bene ha recitato ai suoi esordi, ha preso per la coda: «Erano due avversari irriducibili - continua l'attore e regista - ma anche, al fondo, due artisti che si stimavano. E questa è una cosa che mi commuove». E divertimento con un pizzico di nostalgia sarà infatti la temperatura emotiva dello spettacolo. Il finale? Non è una vera fine, cosa che sarebbe pertinente solo con il mondo dell'aldiqua, mentre nel tempo eterno i nostri due mattatori, e idealmente Branciaroli con loro, possono ripetere all'infinito, variandola e reinventandola, la rappresentazione. E così è.
(08 febbraio 2011)