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Luoghi e forme per l’aggregazione giovanile

Martedì 30 novembre alle 11 (Nuovo Edificio della Didattica, Ingegneria), esposizione dei progetti condotti nell’ambito del corso di Architettura e Composizione Architettonica
Martedì 30 novembre alle 11, nel Nuovo Edificio della Didattica della facoltà di Ingegneria di Catania s'inaugura la mostra di progetti Luoghi e forme per l’aggregazione giovanile. L’evento sarà l'occasione per illustrare le sperimentazioni progettuali sul tema dei luoghi dedicati all'aggregazione e allo sviluppo delle comunità giovanili, condotte nell’ambito del corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 (CdL in Ingegneria Edile/Architettura dell’Università di Catania) del prof. Riccardo Dell’Osso. La mostra sarà inaugurata in presenza del capo del Dipartimento della Gioventù, Andrea Fantoma, del preside della facoltà d’Ingegneria Luigi Fortuna e del direttore del Dau, Paolo La Greca (visitabile fino a giovedì 2 dicembre).

L’edificio di piazza Santo Spirito o il villino Rametta a Catania. L’ex Mattatoio di via Domenico Tempio, gli ex cinema Concordia e Midulla nel cuore di San Cristoforo, casa Castagnola e villa Fazio a Librino, l’ex Palestra delle Verginelle di via Teatro Greco, villa Gentile Cusa a Cibali, il parco Gioeni, in cima a via Etnea. E gli ex conventi del Carmine e di San Gaetano, a Paternò. Sono soltanto alcuni degli “edifici-risorsa”, molti dei quali di proprietà dei comuni e inutilizzati o sottoutilizzati, che gli studenti del corso di Architettura e composizione architettonica 3 della facoltà di Ingegneria (cdl Ingegneria Edile Architettura) hanno provato a trasformare in suggestivi e funzionali luoghi per l’aggregazione e lo sviluppo delle comunità giovanili.

L’attività condotta all’interno del corso tenuto dal prof. Riccardo Dell’Osso si inserisce nell’ambito di un progetto di ricerca, dal titolo “Comunità Giovanili come occasione di rigenerazione urbana. Luoghi e forme per l'aggregazione giovanile nel paesaggio Contemporaneo”, condotto dall’architetto Stefania Marletta del Laboratorio per il paesaggio urbano e la mobilità del dipartimento di Architettura ed urbanistica dell’Ateneo catanese, con il patrocinio del Ministero per la Gioventù.
Agli studenti era stato chiesto di impegnarsi nei molteplici aspetti del recupero, riqualificazione e rifunzionalizzazione di manufatti del patrimonio edilizio comunale degli edifici selezionati, collocati principalmente in aree che necessitavano interventi di riqualificazione dell’ambiente costruito ed al risanamento degli spazi pubblici, tanto nei centri storici quanto nelle periferie urbane delle città di Catania e di Paternò. All’interno di ciascuno di questi ambiti andava poi realizzata una sede per comunità giovanili, cioè uno spazio di aggregazione dedicato ai giovani e organizzato da giovani, nell’ottica di un meccanismo virtuoso che possa generare qualità urbana ed un rilancio sociale.

In molte città italiane di medie e piccole dimensioni, soprattutto in quelle del centro-sud d’Italia, si assiste infatti a fenomeni di progressiva periferizzazione, di degrado urbanistico e di disagio sociale, tanto in zone periurbane che in ambiti centrali, a fronte di grandi quantità di aree e contenitori dismessi o sottoutilizzati, in attesa di nuove funzioni urbane per una società che, avendo mutato il modo di vivere e di produrre, richiede spazi per esprimersi.

L’engagement progettuale è quello di rinnovare tali edifici, regalando loro una nuova vita in grado di incrementare e diversificare le occasioni di aggregazione, in un’ottica di integrazione della cultura giovanile con la strada, il quartiere, la città; e di fornire un’alternativa credibile e laica, attraverso la gestione partecipata da parte dei ragazzi, ai tradizionali circuiti del tempo libero a pagamento, o più genericamente privati. L'offerta di punti di riferimento aggregativi è molto importante per i giovani a partire dai sedici anni di età, momento in cui si comincia a frequentare luoghi (o non luoghi) dove l'aggregazione si fa spontanea (bar, pub, discoteche, giardini) e dove lo stare insieme sembra essere più importante del fare. In questa fase, le offerte e le iniziative private sono tradizionalmente dominanti.

La presenza sul territorio di numerosi gruppi informali (specie nell’ambito del volontariato, della musica e delle arti visive), pur non strutturati in maniera ufficiale, rappresenta invece importanti laboratori di aggregazione, socializzazione, creatività, che permeano il tessuto sociale e costituirebbero uno dei più significativi punti di forza nel nostro territorio, specie in presenza di spazi adeguati. In altre parole, luoghi in cui i giovani possano incontrarsi, riconoscersi, svolgere le loro attività, esprimere la loro straordinaria vivacità culturale.

(30 novembre 2010)


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