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Perthus

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Lunedì 15 e martedì 16 novembre, al Teatro Brancati di Catania, in scena spettacolo di Jean-Marie Besset per la rassegna "Nuovi Percorsi"
La locandina

Lunedì 15 e martedì 16 novembre alle 21 debutta al Teatro Vitaliano Brancati (via Sabotino, 4),  la rassegna teatrale Nuovi Percorsi, promossa dal Teatro della Città, con l' obiettivo primario di promuovere la drammaturgia contemporanea. Un viaggio nel teatro dei nostri giorni, tra le parole ed i testi di chi esprime i pensieri dell' oggi che noi tutti viviamo, un nuovo dialogo tra il pubblico e la scena teatrale contemporanea italiana e non.

Il primo spettacolo ad inaugurare il cartellone è Perthus di Jean-Marie Besset. La regia è di Giampiero Cicciò; la traduzione è di Anna D'Elia. Interpretano: Massimo De Rossi , Annibale Pavone, Andrea Luini, Matteo Romoli . E' una produzione della Fondazione Teatro V.E. di Noto in coproduzione con Taormina Arte 2009.

In una piccola città nel sud della Francia, poco lontano dal passo del Perthus che permette di attraversare i Pirenei e raggiungere la Spagna, Paul, un liceale appassionato di letteratura e di teatro, incontra Jean-Louis, giovane ammaliante e misterioso, alunno dell'ultimo anno. Molto rapidamente, tra loro nasce una forte amicizia fatta di grande complicità ed esclusività. Mentre Paul si scopre innamorato di Jean-Louis, con tutta l'irruenza della sua età adolescenziale, le rispettive madri, Irene e Marianne, fanno conoscenza: ciascuna trova nell'altra lo specchio della propria esistenza. Diventano amiche, confidenti. Le unisce soprattutto la loro infelicità di mogli. Decise a costruire un futuro prestigioso per i loro "figli prodigio", ambiziose e determinate, non lasceranno che la passione tra i due ragazzi, faccia deragliare la carriera e la vita a cui esse li hanno destinati.

Con questo testo, pervaso da una comicità amara e trascinante, attraverso i personaggi di Paul e Jean-Louis, Besset propone un affresco disincantato e a tratti esilarante del passaggio dall'adolescenza all'età adulta. I protagonisti sono ragazzi oppressi dalle madri, Marianne e Irene, al tempo stesso autoritarie e vulnerabili, che cercano di plasmarli e di pianificarne l'avvenire. In più, i due giovani sono abbandonati a se stessi dai padri, invisibili nella pièce, padri goffi e bugiardi alle prese con ambizioni e carriere, sempre impegnati ad accumulare denaro. Sarà dunque scontrandosi con i perentori dettami materni che Paul e Jean-Luis proveranno a integrarsi in una collettività dove l'uniformità e l'anestesia delle pulsioni appaiono come antidoti contro l'emarginazione. Soffocando e allenando l'anima alla finzione, per immergersi miseramente in una realtà piatta e omologata, il nostro futuro - questo il monito di Besset - è votato ad una condizione di ineluttabile scontentezza. (Giampiero Cicciò)

Info: Tel. 095/530153

(15 novembre 2010)

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