Mercoledì 14 marzo al Centro Zo alle 19 e alle 21 proiezione di SCHNITTKE-TOON e il cinema di animazione, selezione di cortometraggi di animazione per il calendario di Fuoricircuito, il cineforum organizzato dal Centro culture contemporanee Zo in collaborazione con la facoltà di Lettere e filosofia.
Il programma prevede:
L'armonica di vetro, di Andreij Khrjanovskij (1968)
La ballerina sulla nave, di Lev Atamanov (1969)
Armadio, di Andreij Khrjanovskij (1970)
Farfalla, di Andreij Khrjanovskij (1972)
Alfred Schnittke, stimato da molti registi russi e amico personale di alcuni di essi, ha più volte prestato il suo genio al cinema, componendo per circa sessanta pellicole, tra corti e lungometraggi, sia documentari che a soggetto. La versatile e immaginativa scrittura di Schnittke si è però palesata soprattutto nel cinema d'animazione, forma d'arte (di ispirazione e destinazione popolare, nonchè sostenuta dallo Stato) che nei paesi dell'ex blocco sovietico ha raggiunto risultati di eccezionale valore e bellezza. Il lungo sodalizio con Andreij Khrjanovskij, uno dei migliori registi d'animazione della leggendaria Soyuzmultfilm di Mosca, è stato quello che ha assorbito buona parte della produzione di Schnittke per il cinema. Quando si parla di Alfred Schnittke appare inevitabile analizzare non solo la sua figura di compositore quanto anche di riflettere su un vero fenomeno artistico e culturale derivante dalla straordinaria carica espressiva e umana del suo linguaggio musicale che ha saputo indirizzarsi in modo immediato e profondo all’anima dell’ascoltatore del XX secolo.
I suoi lavori hanno ottenuto clamorosi successi in tutto il mondo e vantano un numero di registrazioni discografiche senza precedenti, almeno per un autore contemporaneo.
Nasce il 24 novembre 1934 a Engels, città sulle rive del Volga, da genitori russo-tedeschi. Dal 1946 al 1948 la famiglia Schnittke si trasferisce a Vienna dove il padre lavora come giornalista e nella città danubiana, culla della musica, Alfred manifesta la sua grande passione che i genitori assecondano inviandolo a lezione di piano dalla Frau Ruber, una musicista che vive nel loro stesso stabile. Vienna gli offre, ovviamente, la possibilità di vivere il mondo della grande musica alla Staatsoper (Flauto Magico, Valchiria) e nelle sale da concerto, in particolare il Musikvereinssaal dove ascolta grandi esecuzioni delle sinfonie di Bruckner, Mozart e Schubert. Vienna segna profondamente il suo animo artistico ed è la città dove egli vorrà sempre ritornare con gioia.
Con il ritorno il Russia nel 1951 Schnittke prosegue i suoi studi musicali al Conservatorio di Mosca
avviandosi alla carriera di compositore, avendo come compagni di cammino altri futuri nomi illustri come Karamanov, Schedrin e Denisov.
I suoi studi sono profondamente influenzati dalle composizioni dei grandi classici russi ma soprattutto dal linguaggio musicale di Dimitri Schostakowitch (1906 – 1975) di cui egli assimila le lunghe linee sonore e il respiro dei movimenti. Attraverso l’ascolto dei lavori sinfonici di Schostakowitsch Schnittke viene inevitabilmente anche a raffrontarsi con il mondo sonoro di Gustav Mahler (1860 – 1911) dominato dalla dialettica del perenne confronto fra bene e male, vita e morte che diventeranno elementi caratterizzanti di molti suoi futuri lavori.
Schnittke vive con grande interesse gli anni del disgelo krushoviano che seguono la morte di Stalin agli inizi degli anni ’60. Si forma in questo periodo, in particolare nel mondo del cinema, la generazione dei sestidesjatniki, il popolo artistico dei sessantini che osserva l’occidente – fino ad allora un continente remoto e inaccessibile – in un’aureola di romanticismo: il fascino del cinema italiano come della pittura e della moda francesi sono irresistibili.
In questo periodo Schnittke ha la possibilità di approfondire le partiture dei compositori della Scuola di Vienna (Schoenberg, Berg e Webern) che considerando chiusa l’esperienza del romanticismo e del concetto di armonia melodica aprono il nuovo mondo sonoro della musica seriale e dodecafonica. Entra inoltre in contatto con importanti compositori contemporanei come Stockhausen, Boulez e Nono. Questo mondo contemporaneo che ha rotto brutalmente i ponti con il passato sviluppando impegnativi linguaggi avanguardistici rimane comunque inviso a livello politico in Russia, dove il concetto di arte di larga diffusione, accessibilità, comprensione e propaganda per le grandi masse rimane precipuo. Nel 1961 termina la specializzazione in composizione al Conservatorio di Mosca. La sua prima fase compositiva si estende fino agli inizi degli anni ’70 ed è influenzata dal linguaggio seriale della Scuola di Vienna che egli adatta con grande estro alla propria dinamica espressiva evitando in questo modo di cadere in un arido razionalismo estetico.
In realtà Schnittke è anche fortemente affascinato dalla letteratura musicale classica e in particolare dal mondo sonoro di Johann Sebastian Bach che riesce a riportare a nuova vita in un contesto dialettico totalmente nuovo e moderno: la composizione musicale percepita a vari livelli attraverso il dialogo del passato con il presente dove altri elementi stilistici vengono ad aggiungersi nel nuovo affascinante linguaggio: jazz, tango, rock, walzer.
Il carattere polistilistico della sua musica entra ben presto in conflitto con le autorità culturali in Unione Sovietica rompendo in modo provocatorio gli schemi musicali affermati e perseguiti a livello politico: il suo stile viene tacciato come manierismo sperimentale di impronta occidentale.
Come avvenuto per Prokovjev e Schostakowitsch anche Schnittke, insieme peraltro ad altri grandi musicisti della sua generazione come Sofja Gubaidulina e Edison Denisov, non sfugge al destino di pesanti censure e vessazioni, ma la prorompente carica umana e spirituale della sua musica segna successi travolgenti in patria e soprattutto in occidente anche con il coraggioso impegno di eccelsi solisti quali Gidon Kremer, Mstislav Rostropovitsch, Jurij Bashmet, Oleg Kagan e Natalja Gutman.
Nell’ultima fase compositiva, negli anni ’90 – in un precario stato di salute seguito a ben tre ictus – la sua idea musicale subisce una chiara metamorfosi divenendo più rarefatta, intima ed essenziale.
Alfred Schnittke si spegne ad Amburgo, dove si era trasferito agli inizi degli anni ’80, il 3 agosto 1998. Malgrado tutte le difficoltà poste da una salute fattasi sempre più precaria, l’attività compositiva di Schnittke è stata alquanto prolifica e comprende fra l’altro 9 sinfonie, 6 concerti grossi per strumenti e orchestra, 4 concerti per violino e orchestra, 2 concerti per violoncello e orchestra, il concerto a 3 per violino, viola, violoncello e orchestra, il balletto dal Peer Gynt di Ibsen, 3 opere (Historia von Dr. J. Faustus, Gesualdo, La vita con un idiota), 3 concerti per piano, 4 quartetti per archi, 1 trio per archi, 1 Requiem, 1 Concerto per Coro e ben 60 colonne sonore per il cinema.
(14 marzo 2007)