Sabato 17 e domenica 18 aprile (ore 21) al Centro Zo andrà in scena la compagnia Accademia degli artefatti con lo spettacolo Spara, trova il tesoro e ripeti di Mark Ravenhill per la 5° edizione della rassegna "AltreScene". La traduzione è di Pieraldo Girotto, Luca Scarlini; la regia di Fabrizio Arcuri. Interpretano: Miriam Abutori, Matteo Angius, Gabriele Benedetti, Fabrizio Croci, Pieraldo Girotto. E' una produzione Accademia degli artefatti09 / Teatro Metastasio Stabile della Toscana, con la collaborazione di Magna Graecia Teatro - Regione Calabria, Le Chant du Jour (Roma).
AltreScene, giunge alla quinta edizione e cambia pelle: da cartellone stagionale diventa una rassegna che si svolge in due fasi: una preview in primavera e il vero e proprio festival in ottobre. Il programma seguirà le rotte già tracciate nelle precedenti edizioni ospitando artisti e opere rappresentative dello scenario nazionale ed europeo, riservando un’attenzione particolare alle realtà del nostro territorio, realizzando nuove produzioni e proponendo anteprime e prime nazionali. Altre Scene si avvale a partire da questa edizione della collaborazione di Statale 114, associazione culturale che contribuirà all’ideazione e all’organizzazione della rassegna. Altre Scene Preview è il primo step dell’edizione 2010 e ospita come primo appuntamento “Spara, trova il tesoro, ripeti” dell’Accademia degli Artefatti, una delle compagnie più rappresentative del teatro di ricerca italiano, per proseguire poi con “Turi Marionetta” di Savì Manna, “Buonanotte” di Quartiatri e “Pacamambo” di Statale 114, tre promettenti lavori di compagnie siciliane.
Nella primavera del 2007 Mark Ravenhill, risvegliatosi da un attacco epilettico che gli ha causato il coma e la perdita di memoria, si accinge a svolgere una commissione per l'Edinburgh International Festival: scrivere una pièce al giorno per ognuno dei 16 giorni della manifestazione. L'esito è Spara, trova il tesoro e ripeti, un ciclo di 17 pezzi ispirati ad altrettanti classici della letteratura, del cinema o della musica - tra gli altri: Le troiane, Il paradiso perduto, Il crepuscolo degli dei, Orgoglio e pregiudizio, La guerra dei mondi. Ogni pezzo è autonomo, tutti raccontano della guerra contro il terrore sostenuta dalle ‘potenze occidentali'. Il risultato è un'epopea contemporanea immersa in un'atmosfera da tragedia classica. Nelle diciassette brevi pièces che compongono l’epopea di Mark Ravenhill il riferimento alla guerra neocoloniale intrapresa dall’Occidente in Medio Oriente è preciso e dichiarato. E il titolo è un’allusione fin troppo esplicita all’idea che questa Guerra Moderna ha assunto le sembianze e l’irrealtà di un video game amplificato dalla copertura che i media mondiali hanno garantito all’evento. Ogni pièce è un piccolo e compiuto congegno teatrale che assale lo spettatore con una tensione e una carica emotiva che è la stessa che hanno vissuto i fruitori dei servizi giornalistici e televisivi che negli anni ci hanno informato delle terribili conseguenze della guerra in Iraq –meccanismo televisivo che poi spinge gli spettatori a voler ripetere subito l’esperienza e vederne un altro. Un linguaggio diretto e semplice quello di Ravenhill, che denuncia in modo chiaro e partigiano il suo punto di vista su uno degli eventi planetari più importanti della nostra epoca. Tutto il materiale si struttura attorno ad un’invasione militare e la conseguente occupazione di un territorio. Alcune pièces sono ambientate in un paese che è riconoscibile come l’Iraq. Altre, la maggior parte, in uno stato dell’Occidente – un Occidente scosso, fotografato nell’esplodere delle proprie contraddizioni, quasi deturpato da un rapporto mai risolto e sempre mediato (o negato) con la guerra in Medio Oriente.
Accademia degli Artefatti nasce intorno ai primi anni Novanta distinguendosi per l’indiscriminato approccio al lavoro, che contamina arte figurativa, performance e installazioni, mentre parallelamente sviluppa una propria modalità prettamente teatrale. Presente nei più importanti festival italiani e rassegne di teatro di ricerca, nel ’96 vince il premio Riccione TTV per il videoteatro con l’opera Dati…; nel ’99 vince la Biennale giovani sezione Teatro; nel 2005 il Premio UBU come migliore proposta con testo straniero con Tre pezzi facili di Martin Crimp. Nel 2001 il Palazzo delle Esposizioni di Roma dedica alla compagnia un’ampia retrospettiva sul lavoro teatrale e sulle istallazioni. Gli ultimi anni, segnati dall’incontro con la drammaturgia inglese contemporanea e con gli autori Martin Crimp, Tim Crouch e Mark Ravenhill hanno visto Accademia degli artefatti impegnata in tournée in tutta Italia.
(17 aprile 2010)