Mercoledì 14 aprile alle 10, nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini, prosegue la rassegna cinematografica dedicata a Pinocchio e promossa nell'ambito della manifestazione Pinocchio di mille colori, rassegna di eventi culturali che include anche teatro, mostre, spettacoli e feste di strada, e che fino al 2 maggio offrirà al pubblico e alla comunità universitaria catanese la possibilità di conoscere meglio il mondo del burattino di Collodi.
A introdurre la proiezione delle quattro opere in programma sarà Alessandro De Filippo responsabile del laboratorio multimediale di sperimentazione audiovisiva (la.mu.s.a.) della facoltà di Lettere e Filosofia.
Il primo film in calendario è Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, film del 1971 con Andrea Balestri (Pinocchio), Nino Manfredi (Geppetto), Gina Lollobrigida (Fata Turchina), Franco Franchi (il Gatto), Ciccio Ingrassia (la Volpe), Vittorio De Sica (il Giudice). Il celebre regista ha interpretato la storia del burattino di legno in modo delicato e poetico, restituendo una patina di malinconia all'intera vicenda, nonostante la partecipazione di alcuni attori conosciuti più che altro per le loro interpretazioni in ruoli comici.
Il secondo film, Pinocchio di Gianluigi Toccafondo (1999), è un cortometraggio d’animazione che racconta alcuni degli episodi delle avventure del burattino con uno stile che si allontana totalmente dalla tradizione grafica delle favole.
La rassegna prosegue nel pomeriggio, a partire dalle 16, con il terzo film, il lungometraggio Un burattino di nome Pinocchio (1972) dell’architetto e appassionato d’animazione Giuliano Cenci.
La quarta pellicola in calendario è Il Pinocchio nero di Marco Baliani, opera teatrale vincitrice del premio Ubu 2005. Lo spettacolo narra il viaggio di 20 ragazzi di strada nella loro trasformazione in membri attivi della società keniota. Nel 2002 Baliani prese parte ad un progetto finanziato da Amref Italia, l'African Medical and Research Foundation, con il quale si occupò del recupero sociale di alcuni ragazzi di strada di Nairobi. Tramite il progetto, il teatro non solo ha ridato la speranza a ragazzi di strada costretti a vivere nelle discariche cittadine come veri e propri rifiuti della società, ma anche a tutta la società di Nairobi, diventata conscia del fatto che, anche per i ragazzi di strada, è possibile un cambiamento in cittadini attivi e responsabili. Trasformazione che viene coronata dal possesso del passaporto e quindi dall’attribuzione di un nome.
(14 aprile 2010)