Domenica 7 Marzo la Sala Lomax ospita l’attore e regista teatrale
Pippo Delbono per un incontro con il pubblico. Il programma prevede in apertura, la proiezione del cortometraggio
Tutti pazzi per Pippo di A. Agliotti (30 minuti), a cui seguirà un incontro/confronto fra lo stesso Delbono e il pubblico partecipante; chiuderà la serata la proiezione di un altro cortometraggio:
Blu Sofa dello stesso Delbono, G. Baresi e L. Fremder (19 minuti). Un’occasione quindi, per celebrare la carriera e l’arte di uno dei più apprezzati e innovativi fra gli autori contemporanei italiani, che da più di vent’anni si muove con coraggio fra lo spazio chiuso del palcoscenico e - attraverso lo strumento documentaristico - la vita. Ingresso libero.
Pippo Delbono è nato a Varazze (Savona) nel 1959. È uno dei più affermati attori e registi italiani di teatro. Ha collaborato con Iben Nagel Rasmussen (Odin Teatret), Pina Bausch, Umberto Orsini, Giovanna Marini. Nel 2004, ha vinto il David di Donatello per "Guerra", miglior documentario di lungometraggio. Cresciuto in una normale famiglia italiana, ancora liceale, frequenta la scuola di teatro di Savona, dove conosce l'attore argentino Pepe Robledo, arrivato in Italia per scappare alla dittatura del suo paese. Soffocato dalle esigenze di normalità che la sua famiglia voleva imporgli, pensa di trovare una via di fuga nella vita militare e così si iscrive all'Aeronautica, ma capisce che anche quella vita, così rigorosa, non può che andargli stretta. Diventato grande amico di Robledo, agli inizi degli Anni Ottanta si trasferisce con lui in Danimarca, dove si uniscono al gruppo Farfa, diretto dall'attrice Iben Nagel Rasmussen, grazie al quale gireranno per l'Europa e poi il mondo. Delbono, in particolare, si specializza nelle tecniche dell'attore danzatore dell'Oriente. Tornato in Italia, comincia a lavorare al suo primo spettacolo teatrale "Il tempo degli assassini" (1987) che porta non solo in Italia, ma anche in molti carceri e villaggi del Sud America. Proprio in quegli anni, conosce la grande coreografa e ballerina Pina Bausch che, colpita da Delbono, lo invita a partecipare a uno degli spettacoli del suo Wuppertaler Tanztheater. Nel 1989, Delbono è di nuovo a lavoro come autore teatrale e firma "Morire di musica", seguita nel 1990 da "Il muro" e nel 1992 da "Enrico V" di William Shakespeare. Nel 1995, mette in scena "La rabbia" dedicato a Pier Paolo Pasolini, seguito da "Barboni" che nel 1997 gli fa vincere il premio speciale Ubu "per una ricerca condotta tra arte e vita", ricevendo anche il premio della critica nel 1998. A questi successi sul palcoscenico, si aggiungono "Itaca" ed "Her bijit" che verrà poi ripresa dai registi Francesco Cabras e Alberto Molinari. Il tutto con un allestimento che prevede la partecipazione di attori, operai, musicisti, ma soprattutto extracomunitari e rom, proprio perché è a coloro che sono socialmente emarginati che il teatro di Delbono parla.
Documentari
Nel 1998, porta a teatro "Guerra", seguito da "Esodo". Oramai, ha una compagnia tutta sua e può proseguire un percorso artistico intimo, ma anche allo stesso tempo collettivo che non si limita allo spazio del palcoscenico, ma usurpa anche la vita. Ed è proprio il documentario Guerra (2003), ispirato all'omonima piéce teatrale, che gli fa vincere il David di Donatello per il miglior documentario. Verranno di seguito altri spettacoli teatrali carichi di innovazione scenografica, comunicativa, ma che soprattutto va aldilà del teatro: "Il silenzio" (2000), "Gente di plastica" (2002), "Urlo" (2004) e "Obra Maestra" (2007). Nel 2006, ritorna a tenere una cinepresa in mano e firma un altro forte documentario: Grido (2006), all'interno del quale racconta la sua vita, il suo bisogno di libertà, la sua grande amicizia e la sua convivenza con il sordomuto Bobò (un ex internato al manicomio di Aversa), il suo bisogno di stare dalla parte dei reietti. Sicuramente, la sua opera più brillante. Ma nel 2009, eccolo attore cinematografico per la prima volta, diretto da Luca Guadagnino ne Io sono l'amore (2009) con Tilda Swinton, Marisa Berenson, Alba Rohrwacher, Diane Fleri e Edoardo Gabbriellini.
Infolomax: 095/2862812 – 346/9419444
(07 marzo 2010)