Racconti dalle radici antichissime, ancestrali, profonde; favole da riscoprire, comprendere, metabolizzare. Muove da qui il ciclo I lunedì in biblioteca: Cunta ca ti cuntu. Fiabe, miti e leggende del popolo siciliano in scena, innovativa rassegna promossa dalla Biblioteca regionale con il fondamentale apporto del Teatro Stabile e la consulenza scientifica della facoltà di Lettere e Filosofia.
Nel salone di lettura della Biblioteca regionale di Piazza Università, la trilogia proposta prenderà il via lunedì 8 febbraio alle 18, con Bettapilusa (Pelle d’asino), inquietante storia di un incesto. Adattamenti e regia sono di Ezio Donato, uomo di teatro e docente di Pedagogia nell’ateneo catanese. I movimenti coreografici sono di Donatella Capraro, le musiche di Carlo Insolia, i costumi di Giuseppe Andolfo. Si alterneranno nei ruoli Mariella Lo Giudice, Marco Longo, Ileana Rigano, affiancati dagli allievi della Scuola d'arte drammatica dello Stabile, intitolata a Umberto Spadaro.
La fiaba, o “u cuntu”, Bettapilusa - adattamento per la scena firmato da Donato e Pina Mendorla, con i citati Marco Longo e Ileana Rigano - riprende il racconto popolare siciliano trascritto da Giuseppe Pitrè nel 1874, ma ancora oggi vivo nella tradizione orale della nostra isola. Una storia raccontata fin dal Medioevo e si era diffusa in tutta Europa a partire probabilmente dalla Sicilia per i suoi collegamenti fiabistici con il Medio Oriente. La ritroviamo poi, adattata in forma letteraria, in Le piacevoli notti (1550) di Straparola, nel Pentamerone (1634) di Basile, nei Racconti (1695) di Perrault, e nelle Fiabe del focolare (1812) dei Grimm.
Le versioni siciliane e mediterranee sono comunque le più antiche. Tutte mettono in gioco una trama angosciante: una ragazzina, che nasconde la sua bellezza luminosa sotto una sudicia pelle d’asino, scappa da casa per sfuggire all’attaccamento incestuoso del padre. Pur rimanendo gli elementi perturbanti del racconto, la fiaba lo elabora con l’intenzione di produrre nell’ascoltatore una catarsi, una specie di antiveleno in grado di mettere in guardia dalle tremende violenze che si possono perpetrare fra le mura domestiche, anche all’interno della stessa famiglia.
Il progetto, condiviso con lo Stabile e la facoltà di Lettere, conferma la moderna immagine della Biblioteca regionale, propositiva di iniziative fuori dalle righe, che si impongono nella vita dell’intera città. Azione condotta nell’ottica di biblioteca pubblica come territorio aperto a gruppi e associazioni, centro di riflessione e condivisione dei saperi, nodo centrale di una rete con altre istituzioni culturali. L’istituzione, presente nel territorio da oltre 250 anni, con la nuova rassegna promuove in particolare la cultura popolare siciliana, in sintonia con le finalità istituzionali dell’Assessorato regionale beni culturali e dell’identità siciliana, di cui è struttura periferica. E ancora una volta il salone di lettura, per l’occasione trasformato in confortevole auditorium, assumerà una connotazione oramai familiare a chi da tempo segue le proposte musicali, le letture di autori contemporanei e gli accattivanti eventi culturali proposti ad un pubblico quanto più vasto ed eterogeneo.
(08 febbraio 2010)