Da venerdì 22 a domenica 24 gennaio da Scenario Pubblico prosegue la rassegna di teatro contemporaneo Gesti contemporanei, per il cartellone del Teatro Stabile di Catania - sezione Te.St, con la messa in scena dello spettacolo A. semu tutti devoti tutti ? della Compagnia Zappalà Danza. Le coreografia e la regia sono di Roberto Zappalà; la drammaturgia di Nello Calabrò e Roberto Zappalà.
Danzatori: Adriano Coletta, Akos Dozsa, Alain El Sakhawi, Samantha Franchini, Fernando Roldan Ferrer, Salvatore Romania, Antoine Roux-Briffaud, Massimo Trombetta. I musicisti: Fabio Abate, basso; Puccio Castrogiovanni, corde, marranzani e fisarmonica; | Salvo Farruggio, percussioni; Peppe Nicotra, chitarrre. La regia del video è di Nello Calabrò e Roberto Zappalà; l'interprete è Carmen Consoli
Uno spettacolo sulla festa di S. Agata (la terza festa al mondo per partecipazione popolare, dedicata alla santa patrona della città di Catania), per proporre, nello scenario arcaico e contemporaneo della festa religiosa, le contraddizioni di un mondo dove ad essere “straziati” non sono solo i seni della martire, ma intere tipologie umane e concettuali. Dare, insomma, attraverso e partendo da Agata, figura storica e mito, festa religiosa e festa di popolo, teatro della devozione e teatro della finzione, luogo d’amore e di furore, spazio del riscatto e dello sfruttamento, palcoscenico dove l’individuo si perde (beatamente?) nella massa, uno sguardo profondo e rivelatore su quello che ci fa essere - nel bene e nel male - quello che siamo, che siamo stati, che rischiamo di essere. La religiosità popolare al centro di in un progetto come re-mapping sicily, il percorso che Roberto Zappalà ha di recente intrapreso con l’intenzione di rileggere la Sicilia attraverso il suo linguaggio scenico.
“In un progetto come re-mapping sicily– percorso che Roberto Zappalà ha di recente intrapreso con l’intenzione di rileggere la Sicilia attraverso il suo linguaggio scenico – non si poteva tralasciare l’aspetto della religiosità popolare, un apparato che nell’isola diventa cartina di tornasole per quasi tutto, un teatro d’operazioni che investe e riassume facendoli esplodere tutti gli aspetti della sicilitudine/sicilianità. Partendo da S.Agata e dalla sua festa, religiosa e di popolo, teatro della devozione e della finzione, luogo d’amore e di furore, spazio del riscatto e dello sfruttamento, lo spettacolo vuole presentare uno sguardo molteplice e interrogarsi sulla religiosità popolare; un “teatro d’operazioni” che nell’isola diventa
cartina di tornasole per (quasi) tutto. La danza fa sostegno armonico a tutta la composizione scenica, in un allestimento la cui ispirazione iconografica e devozionale si coniuga con un segno moderno, da pop art, per dare origine a contrasti, cortocircuiti, paradossi. Quelli di una festa religiosa dove la figura mistica della santa diventa “preda” dei suoi devoti.
Ed è sempre a partire dalla danza, con la sua presenza continua e incalzante, e con l’apporto fondamentale della musica originale eseguita dal vivo, che vengono alla luce gli interrogativi e si scoprono le contraddizioni e le ambivalenze di uno scenario, al contempo arcaico e contemporaneo, quale una festa religiosa in Sicilia.” (N.Calabrò)
(22 gennaio 2010)