Da giovedì 28 a domenica 31 gennaio (ore 20:45) al Centro culture contemporanee Zo, prosegue la rassegna di teatro contemporaneo Gesti contemporanei, per il cartellone del Teatro Stabile di Catania - sezione Te.St, con la messa in scena dello spettacolo La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge. La regia è di Guglielmo Ferro. Tra gli interpreti Sebastiano Tringali, con la partecipazione straordinaria di Ida Carrara.
Un vecchio marinaio racconta la sua storia ad un invitato ad un matrimonio. Il misterioso vecchio con gli occhi di fuoco incanta l’uomo e lo ammalia con il racconto avventuroso del suo viaggio per mare, che dall’equatore portò il suo vascello, carico di ciurma speranzosa, sino all’Artico. Lì, una tempesta intrappolò il vascello tra i ghiacci e nessuna speranza apparve più all’orizzonte. Solo il volo di un albatros sembrò inizialmente di buon auspicio, poi quella creatura diventò foriera di maledizioni. Un giorno il vecchio marinaio lo uccise e, come nel peccato originale, la condanna eterna si abbatté su lui e sull’equipaggio. Il mare divenne nemico e invischiò il vascello, una nave fantasma giunse portando a bordo la Morte e La Vita nella morte, che giocarono a dadi le vite dei marinai. La ciurma fu sterminata e il marinaio fu condannato a vivere nella morte, e a raccontare la sua pena in eterno.
Il viaggio è l’unica via per scoprire ciò che è altro da noi, l’ignoto. Pessoa scrive“ Il mare che vediamo ci dà sempre nostalgia di quello che non vedremo mai” e Coleridge, come Omero o Melville, ha voluto indagare il desiderio attraverso il mare. Perché l’essenza della paura di scoprire scivola silenziosa su qualcosa che ci inghiotte e ci confonde fino a farci perdere i confini della nostra conoscenza? Il mare non finisce. Nulla di sicuro è riservato a chi naviga le sue acque, che rappresentano una fatale attrazione per chi desidera. La natura, descritta nelle rime del marinaio, è oscura e ingovernabile e l’uomo, imprigionato nella colpa, non può far altro che rimanere vittima del tempo. Il suo viaggio attraverso terre desolate, ghiacciai, affrontando creature mostruose e sconosciute, lo porta all’incontro fatale con la fine. Tutto questo è il capolavoro di Coleridge, un verso di poesia che ti pone sempre la stesse domande. Chi siamo? Cosa è la morte e cos’è la vita? E tutto questo è reale o è solo un viaggio dentro gli occhi fiammeggianti del vecchio marinaio? Immaginare ciò che leggiamo rappresenta la libertà che ognuno di noi ha di creare il “proprio” mondo onirico, e il teatro in queste casi non può rappresentare ma amplificare sensazioni per aiutare il nostro bisogno immaginifico di creare mondi fantastici.
Info: Teatro Verga tel. 095.7310856 - 095-7928114/349 61 77 985 - gesticontemporanei@teatrostabilecatania.it
(28 gennaio 2010)