Venerdì 4 e sabato 5 dicembre al Teatro Ambasciatori riparte la rassegna di teatro contemporaneo Gesti contemporanei, per il cartellone del Teatro Stabile di Catania, con la messa in scena dello spettacolo Pinocchio, tratto da Carlo Collodi, e allestito dal Teatro del Carretto. La regia e adattamento sono di Maria Grazia Cipriani. Interpreti: Giandomenico Cupaiuolo, Elsa Bossi, Giacomo Pecchia Giacomo Vezzani, Elena Nenè Barini, Nicolò Belliti, Jonathan Bertolai, Carlo Gambaro.
A caratterizzare il cartellone, che rientra nella sezione Te.St, sarà il linguaggio contemporaneo, ricco – appunto – di “gesti”. Gli spettacoli proposti sono il frutto di commistioni artistiche: arti multidisciplinari in cui si mescola la danza con i video, le marionette e il teatro di parola. Nata nel 2001, come sezione indipendente, dopo due anni “Gesti contemporanei” è stata trasformata in “Gesti”. Da quest’anno la rassegna torna allo Stabile, su proposta del direttore, Giuseppe Dipasquale, che è stato, tra l’altro, compagno d’avventura di Guglielmo Ferro durante i sette anni di “Gesti”.
“Il programma di questa rassegna è volutamente articolato – ha spiegato il direttore del Teatro Stabile di Catania, Giuseppe Dipasquale, nel presentare la rassegna insieme a Guglielmo Ferro – Abbiamo inteso utilizzare, un legame con il filo conduttore del cartellone principale del Teatro Stabile di Catania, il ‘doppio’, in termini di ambiguità, di diversità, di tutto ciò che è altro. Quando parlo di “Gesti contemporanei” parlo di un rapporto che mi lega da anni a Guglielmo Ferro, di un teatro fatto di sperimentazione nelle scelte e nei canoni. Abbiamo quindi deciso di recuperare questa rassegna e di farla rivivere allo Stabile, sotto la sigla TE.ST che ospiterà quest’anno anche la danza, la musica e i libri”. Il Teatro Ambasciatori, Scenario Pubblico e Zo centro culture contemporanee, saranno gli spazi scelti per gli spettacoli della rassegna.
Pinocchio da Carlo Collodi - Teatro del Carretto. Regia e adattamento Maria Grazia Cipriani. Pinocchio è personaggio teatrale per sua stessa natura. Ma nel magnifico spettacolo di Cipriani/Gregori la teatralità cresce, moltiplicando forme e riferimenti, circo e cabaret, melodramma e divertimento grottesco, densa e rigorosa recitazione d’attore, il tutto magicamente avvolto da una condizione esistenziale di dolorosa malinconia.La storia di Pinocchio come percorso immaginifico d’oscure trappole e scoperte: per due volte il burattino verrà allenato allo spettacolo del circo, frustato come somaro. E’ il naso che, tra risatine nell’aria, pare esigere la necessità del ritorno di Pinocchio. In questa rilettura di Pinocchio, Mastro Geppetto crea il suo personaggio circense per inseguire un sogno adolescenziale. Rimane dietro le quinte, forse per osservare la sua stessa invenzione. La scena ideata da Graziano Gregor - che cura anche i costumi – è un’arena semicircolare, delimitata da pareti nere da dove si aprono porte e feritoie dalle quali sbucano i compagni d’avventura e di sventura del burattino. Dall’arena/gabbia teatrale Pinocchio non potrà uscire se non alla fine, una volta che si sarà liberato.
“Un’avventura onirica, notturna, di una notte definitiva – spiega la regista, Maria Grazia Cipriani - dove il giorno è solo recitato da sarcastici lampi temporaleschi…e il destino del grande burattino si rivela, letteralmente, teatrale”.
Gli attori di questo spettacolo sono marionette dal volto di stucco e il corpo di carne; si muovono con la grazia di ballerini e la scioltezza di artisti circensi. Il protagonista è bugiardo, giocherellone, egoista; appassionato, disincantato, ingenuo. Un Pinocchio quasi surreale, instancabile quello interpretato da Giandomenico Cupaiuolo, definito Il Totò del XX secolo. Tirannica e bizzarra la Fatina dai capelli turchini, interpretata da Elsa Bossi. Il Gatto e la Volpe sono Giacomo Pecchia e Giacomo Vezzani. La grandezza della messinscena raggiunge l’apice nei momenti circensi che omaggiano il teatro di Mangiafuoco dove c’è spazio per cerchi di fiamme, fruste e cenere.
“Quella di Pinocchio è una storia straordinaria che, nonostante i momenti di allegria, parla di sofferenza, di sacrifici, di morte – raconta il protagonista Giandomenico Cupaiuolo - Per diventare adulti è necessario affrontare tutti questi passaggi. In questo spettacolo ci sono diversi riferimenti – mi riferisco all’uso delle maschere, allla figura della fata, alla cura musicale, alla sensazione della perdita, della rinuncia – allo straordinario ‘Pinocchio’ di Carmelo Bene. Ma ci sono anche alcuni omaggi a personaggi che hanno in qualche modo ‘toccato’ il burattino, che hanno indossato la mschera da fanciullo, come Totò e Renato Rascel”.
Campagna Abbonamenti: Teatro Verga (via G. Fava 35) - tel. 095.7310856. Segreteria tel. 095-7928114 -gesticontemporanei@teatrostabilecatania.it
(04 dicembre 2009)