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La scuola delle mogli

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Da martedì 1 a mercoledì 30 dicembre, va in scena al Musco lo spettacolo di Turi Ferro, tratto da Molière. Regia di Federico Magnano San Lio, con Enrico Guarneri

Da martedì 1° dicembre a mercoledì 30 dicembre va in scena al Teatro Musco (ore 20:45), per la sezione Galleria del classico europeo della stagione teatrale 2009/10 del Teatro Stabile di Catania, lo spettacolo La scuola delle mogli di Turi Ferro, tratto da Molière, per la regia di Federico Magnano San Lio. Lo spettacolo, con Enrico Guarneri, è una produzione del Teatro Stabile di Catania.

Di Molière sono note le commedie di carattere e di costume, come L'Ecole des maris (La scuola dei mariti, 1661), L'Ecole des femmes (La scuola delle mogli, 1662), il Tartuffe (Tartufo, 1664, 1667, 1669), Le misanthrope (Il misantropo, 1666), L'avare (L'avaro, 1668), Les femmes savantes (Le donne saccenti, 1672), e il Malade imaginaire (Il malato immaginario, 1673). Le pungenti osservazioni sui comportamenti e i tipi contemporanei contenute in queste commedie suscitarono, molte critiche e reazioni. Il grande successo delle commedie mise al riparo l’autore da numerose “inimicizie” che si era creato attraverso la sua grande e accattivante comicità. Un meccanismo comico altamente studiato che mantiene intatto il fascino elegante di una macchina teatrale molto curata e rifinita.

L'École des femmes, punta di diamante tra i capolavori di Molière, per struttura e situazioni ispirò trent'anni fa al grande Turi Ferro una brillantissima rilettura in siciliano, prodotta dal suo Teatro Stabile di Catania nel 1979. Un trionfo memorabile di cui Ferro curò testo e regia, oltre a rivestire i panni del protagonista. E La scuola delle mogli - attraversata da riferimenti autobiografici legati al matrimonio contratto dal maturo Molière con la giovanissima Armande nel 1662, nello stesso anno della prima rappresentazione - mantiene intatti fascino, comicità e forza polemica anche nella versione in vernacolo.

«Il Teatro Stabile di Catania - osserva il direttore Giuseppe Dipasquale - la ripropone nell'ambito di un progetto più ampio che prevede il recupero del dialetto, in questo nostro tempo di globalizzazione e omologazione. Nella stagione appena avviata, il titolo apre il filone "Del comico o del popolare", inaugurato già in quella scorsa: confermiamo così quella che è una delle linee direttrici del cartellone, mirato a valorizzare l'identità della cultura e della tradizione isolane».

La regia del nuovo allestimento è firmata da Federico Magnano San Lio, le scene sono di Stefano Pace, i costumi di Dora Argento, le musiche di Massimiliano Pace, le luci di Franco Buzzanca. Protagonista dell'edizione odierna è un beniamino del pubblico come Enrico Guarneri, in un cast di qualità che annovera Barbara Gallo, Rosario Marco Amato, Valeria Contadino, Orazio Mannino, Fiorenzo Fiorito, Toni Lo Presti, Vincenzo Volo, Carmelo Di Salvo, Nadia De Luca.

Il conflitto tra gelosia e ragione riceve qui una trattazione magistrale, espressione della piena maturità del genio molièriano. La trasposizione di un sommo e vitalissimo artista come Turi Ferro, tra i padri fondatori dello Stabile etneo, ne esalta con sapienza i contenuti più riposti e ne fa emergere di nuovi. Attraverso una rilettura in siciliano, attenta a non intaccare la struttura della commedia, si vuole dare vita e corpo a quei personaggi teatrali che da sempre sono stati oggetto di curiosità della nostra attenzione. Un mondo sicuramente a misura di un interprete come Enrico Guarneri che attraverso una vis comica forte ed energica fa rivivere con slancio il mondo di Molière.

«La profonda ricerca linguistica dell'autore francese - sottolinea Federico Magnano San Lio - e la sua immediata efficacia nei dialoghi e nelle situazioni comiche contengono invero una "prossimità" con i modi dire e le amenità recitativo/linguistiche del dialetto siciliano. Si tratta infatti, oltre che di una traduzione, di una riscrittura ottenuta adoperando i modi di dire e di fare isolani. Il risultato è un testo estremamente efficace che, mantenendo intatta la sua struttura drammaturgica, restituisce il sapore e il colore della commedia originale. Riprendere oggi il capolavoro di Molière adattato da Turi Ferro è sicuramente un modo per riproporre al pubblico uno spettacolo che riunisce in sé sia l'idea del repertorio classico, sia la forza espressiva dell'estro siciliano, oggi perfettamente incarnato da Enrico Guarneri».

Dunque un testo e uno spettacolo percorsi da spunti satirici ficcanti e, come avviene per ogni grande classico, attuali.

«Di Molière - prosegue il regista - sono noti i temi che caratterizzano le sue commedie di carattere e di costume. Le pungenti osservazioni, sui comportamenti e i tipi contemporanei, contenute in queste superbe creazioni suscitarono molte critiche e reazioni. La prima grossa polemica fu proprio in occasione della rappresentazione dell'École des femmes: nonostante l'enorme successo ottenuto, fu attaccata sia sul piano artistico che su quello morale. Per fortuna, proprio l'entusiastica accoglienza, riservata in genere alle sue opere, mise al riparo il commediografo da numerose "inimicizie" che si era creato attraverso la sua geniale ed accattivante comicità. Dunque il riscontro di cui godono le commedie di Molière può, meglio di ogni altra azione, testimoniare la grandezza di queste macchine teatrali».

Un meccanismo che qui ripercorrere l'improbabile e claustrale educazione che l'anziano Arnolfo pretende di imporre all'adolescente che intende sposare, per garantirsene la fedeltà.

«Il linguaggio vario ed arguto - conclude Federico Magnano San Lio - è ritagliato sui personaggi e sulle circostanze, il segreto dell'efficacia dei suoi dialoghi risiede nella capacità di adattare la lingua ad ogni situazione. Un testo che attrae ogni attore e che probabilmente ha affascinato anche Turi Ferro, il quale ne fece una riduzione in siciliano parimenti di grande successo».

(01 dicembre 2009)

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