Giovedì 6 agosto alle 21:15, per il ciclo di spettacoli inseriti nella rete Teatri di Pietra, al Cortile di San Francesco di Castelbuono (Pa) verrà messa in scena uno spettacolo di Aurelio Gatti, direttore artistico della rete, che lo scorso anno ha mietuto ampi consensi di critica e pubblico. Si tratta di Ione, l’ilarotragedia tratta da Euripide, che vedrà in scena Ernesto Lama, Sebastiano Tringali, Cinzia Maccagnano, Lydia Giordano, Elisa Di Dio ed il corpo di ballo composto da Gianna Beduschi, Gioia Guida, Annalisa D’Antonio, Giuseppe Bersani e Giovanni Palmieri.
Ione è una tragedia rappresentata per la prima volta nel 410 a.C. circa. Non si tratta di una vera e propria tragedia, ma di una sorta di tragicommedia a lieto fine ante litteram, un filone che pare essere stato inventato dallo stesso Euripide e che, più tardi, sfocerà nella ilarotragedia - nella quale eccelleva Rìntone di Siracusa.
In questa messa in scena ci si è voluti riferire a questo genere che, da quanto riportato, aveva la caratteristica di essere recitata a braccio, seguendo un canovaccio tipico, ma solitamente senza prove che precedessero la rappresentazione, quasi che veramente i protagonisti fossero a ciò costretti dall'incalzare della tragedia e della necessità di vestire subito la stessa di farsa.
«La scelta non è formale quanto di significato – scrive Gatti nelle note di regia - volendo privilegiare il senso di ambiguità e di smarrimento, sentimenti che attraversano tutti i personaggi dell'opera. Lo Ione è uno tra i più antichi esempi di dramma a intreccio, tutto giocato sugli equivoci dell'identità e percorso da un'ironia sottile che fa dei suoi personaggi degli eroi minuscoli, incapsulati nel loro inconsapevole gioco delle parti e, alla fine, riscattati dai capricci del destino. Le problematiche distintive della produzione euripidea quali la condizione della donna, dello straniero, l'abuso degli dei sulle sorti umane, l'insondabilità del caso, vengono interamente riproposte in questa opera ma all'interno di una atmosfera rarefatta. Le dinamiche si dissolvono in uno svolgimento di fatti già anticipati allo spettatore. L'intera vicenda (e le sue conclusioni) è reiterata più volte, dal prologo all'inizio e poi ostinatamente ripetuta da ognuno dei personaggi, quasi angolazioni della stessa esistenza che non si decide a soluzionarsi se non per l'intervento di Athena – il deus ex machina.
Tutto ciò sembra indicare che non è importante la vicenda di per sè quanto i rapporti tra gli uomini con i propri drammi personali. E il lieto fine è pur sempre una fine tragica: nello Ione, (come nell'Elena) il finale propiziato dal caso dimostra, tragicamente, come l'uomo sia in balìa di un destino. Ciò che emana questa tragedia dell’estrema maturità di Euripide è un angoscioso senso di debolezza e di precarietà della condizione umana, sottratta sia a un disegno provvidenziale divino sia al dominio della ragione. La scena è sgombera, al centro una serie di persone lavorano all'unisono attorno ad un grande cencio, forse un sipario o una tela teatrale, sono vestiti come gli abitanti di Aleppo, città sede di scambi e in cui si intrecciano varie e diverse culture. Una cantilena si trasforma in ritmo e la vicenda dello Ione, quasi una storia antica, viene raccontata dal capocomico, mastro egli stesso della tessitura. Man mano che la storia prende corpo i personaggi subentrano al centro della tela, quasi loro stessi disegni di arabeschi esotici. Creusa e Ione sono i personaggi della tragedia, Xuto, gli dei, il coro e gli altri, quelli della commedia. Il continuo entrare e uscire dalla vicenda di Ione e dalla storia della compagnia capocomicale creano un atmosfera paradossale, inverosimile per lo schizofrenico sovrapporsi della commedia e della tragedia. Sarà il teatro a porre fine a questa opera attraverso il capocomico, vecchio Xuto che centillinna le parole di Athena a lui riferite: lo si lasci godere "la sua bella illusione".»
Interpreti: Lydia Giordano, Gianna Beduschi, Giuseppe Bersani, Annalisa D’Antonio, Elisa Di Dio, Gioia Guida, Ernesto Lama, Cinzia Maccagnano, Giovanni Palmieri, Sebastiano Tringali.Testo: da Euripide. Adattamento e drammaturgia: Aurelio Gatti – Sebastiano Tringali. Regia e coreografia: Aurelio Gatti – Giovanni Palmieri – Sebastiano Tringali. Assistente alla regia: Filippa Ilardo. Musica di scena e fisarmonica: Marcello Fiorini. Costumi: Elena Penello; Scena: Capannone Moliere; Luci: Stefano Stacchini
Cortile di San Francesco – Castelbuono (Pa)
Inizio Spettacoli: ore 21.15 Apertura botteghino: ore 19
Biglietti: intero €12,00 – ridotto € 10,00- residenti € 8,00
Numero verde: 800.024060 Sito internet: www.teatridipietra.org
(06 agosto 2009)