Giovedì 30 luglio alle 21:15 - per la rete Teatri di Pietra in Sicilia - saranno rappresentati due spettacoli di grande spessore. Nel sito archeologico di Morgantina il teatro antico ospiterà una splendida Debora Caprioglio protagonista de Il governo delle donne, tratto da Aristofane e messo in scena con la regia di Giancarlo Fares.
All’ex Collegio dei Gesuiti di Noto sarà messo in scena la Turandot – ovvero storia strana e misteriosa di una principessa liberamente tratta dalla Turadot di Carlo Gozzi, e diretta da Manuel Giliberti.
Il governo delle donne è una commedia leggera e brillante che si propone di raccontare una realtà immaginaria: stanche del governo degli uomini, le donne di Atene, guidate da Prassagora - una briosa Debora Caprioglio nell’inconsueta veste di attrice-cantante - decidono mediante uno stratagemma di impadronirsi del potere. La nuova gestione creerà i presupposti per divertenti aneddoti nell’eterno conflitto tra i due sessi. La trama si svolge così tra prosa e canzoni, contando sulla presenza di attori come Daniela Scarlatti e Mario Patanè e sulle musiche di Dino Scuderi.
La regia, affidata a Giancarlo Fares, si propone, attraverso l’ironia e il garbo, di far riflettere sulle miserie umane, molto più attuali di quanto non sembri, affinché al termine dello spettacolo possa giungere forte e chiaro il testamento dell’autore: l’unica possibilità di salvezza sembra essere nel buon senso e nella volontà di costruire un mondo basato sulla concordia e nel rispetto reciproco. Interpretano: Debora Caprioglio, Marco Minetti, Mario Patanè, Antonella Piccolo, Angelo Maresca, Chiara Cavalieri, Sara Greco Valerio, Daniela Ialicicco, Daniela Scarlatti. La regia è di Giancarlo Fares. Le musiche sono di Dino Scuderi. I costumi di Alessandra Benaduce; le scene di Nicola Macolino; le coreografie di Lorena Cosimi.
Turandot – ovvero storia strana e misteriosa di una principessa, diretta dal regista Manuel Giliberti, che metterà in scena la storia della bella principessa di Cina, così crudele da essere “cagion di barbarie e lutti e lacrime” e del suo rifiuto di piegarsi ai desideri del padre, l’imperatore Altoum, che la vuole maritare a tutti i costi. Questa è l’ossatura del racconto, di questa fiaba che, in realtà, fiaba non è poi tanto. Obbligata al matrimonio per aver perduto la sfida dei tre enigmi, svelati dal decaduto principe tartaro Calaf, dopo che molti altri pretendenti avevano pagato con la vita l’esito infausto del loro tentativo,Turandot in un complicato gioco di tradimenti e amore sarà infine come folgorata dalla rivelazione dell’amore, al punto tale di trasformare la propria natura e divenire provvida e generosa. Gozzi incentra tutta la parabola sulla forza dell’amore ma nello stesso tempo non manca di evidenziare l’uso del potere come strumento di esercizio della crudeltà fine a se stessa. Intorno vibra e si colora di pennellate quell’Oriente che Marco Polo ha così ben raccontato nel Milione divenendo lo sfondo di un racconto che si universalizza, uscendo dai confini della narrazione di genere.
«La rilettura drammaturgica che ne abbiamo fatto – si legge nelle note di regia - evidenzia infatti alcuni temi, sottesi nel racconto. L’alterità nel senso di essere altro, straniero in terra straniera: è il caso di Calaf, principe senza regno e senza terra, e di Adelma anch’essa esule o meglio schiava in terra straniera. I temi dell’amore, dell’amicizia e dell’affetto filiale si mescolano così a quelli della vendetta e della crudeltà, anzi divengono gli uni motore degli altri ma il finale ricompone, come è giusto avvenga in una bella favola, l’armonia e la pace. Ma lo spettatore e noi stessi siamo portati a chiederci: per quanto e per quanto ancora?»
Interpretano: Deborah Lentini- Turandot, principessa cinese; Vincenzo Crivello - Calaf, principe dei tartari; Elyn Famà - Adelma, principessa tartara; Carlo Ferreri - Barach, precettore di Calaf; Giuliana Di Stefano - Schirina; Marco Andriolo - Altoum, Imperatore della Cina; Marco Conti Gallenti - Timur; Nicoletta Epifani - Zelima, schiava di Turandot; Cerimonieri, schiave, soldati e guardie: Alessia Ancona, Livia Federica, Paola Pannuzzo, Marco Bonnici e Daniele Carrubba.
La regia e drammaturgia sono di Manuel Giliberti. Le musiche originali sono di Antonio Di Pofi. Le scene di Stefania Garro; i costumi della Sartoria Bice Minori- Roma.
Teatro Antico di Morgantina – Aidone (En)
Inizio Spettacoli: ore 21.15 Apertura botteghino: ore 19
Biglietti: intero €12,00 – ridotto € 10,00 – residenti € 8,00
Ex Convento dei Gesuiti – Noto (Sr)
Inizio Spettacoli: ore 21.15 Apertura botteghino: ore 19
Biglietti: intero €12,00 – ridotto € 10,00
Numero verde: 800.024060 Sito internet: www.teatridipietra.org
(29 luglio 2009)