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Pinkmood

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Lunedì 30 marzo alle 22:30, alla Chiave, la band interpreta in versione integrale l'opera rock "The Wall" dei Pink Floyd

Lunedì 30 marzo alle 22:30 la Chiave (via Landolina, 64) presenterà Pinkmood, una serata tributo dedicata ai Pink Floyd. Una rock band composta da sette elementi interpreterà in versione integrale l'opera rock The Wall dei Pink Floyd (1979). La formazione prevede: Teresa Raneri, cori; Giuseppe Di Stefano, tastiere,sequenze;  Paola Innao, cori;  Davide Guzzo, basso; Claudio Bertuccio, voce, chitarra acustica ed elettrica; Alfredo Longo, chitarra elettrica e classica; Toni Sambataro, batteria. Infine Carlo Longo alla  fonia.

Capolavoro senza tempo del rock e degno coronamento della carriera di una delle più note band di psichedelia. Quest’album - grande musica e testi di stampo filosofico pregevoli - mostra al mondo l’incredibile genio visionario di Roger Waters, in tutte le sue sfaccettature. La storia permette almeno tre livelli di lettura: uno autobiografico (la morte in guerra del padre di Waters, i problemi dell'educazione scolastica nel periodo delle rivolte studentesche), uno di osservazione e critica sociale (l'incomunicabilità nei rapporti di coppia, la rockstar onnipotente), uno infine che rappresenta l'evoluzione della follia del protagonista, nel quale si intravede un riferimento a Syd Barrett, il fondatore della band, persosi per strada dopo l'eccezionale disco di debutto The Piper at the Gates of Dawn.
In una stanza d'albergo, a Los Angeles, Pink, rockstar famosa ma con problemi di droga, rivive accompagnandosi con un film di guerra i momenti più significativi della sua tragica esistenza: il padre morto in guerra quando lui era ancora in fasce, il crudele maestro di scuola, la madre iperprotettiva, la moglie infedele e le stupide groupies che darebbero l'anima per stare con lui. Tutti questi avvenimenti non hanno fatto altro che reggere intorno a Pink un muro psicologico che lo protegge dalle altre persone, ma che col passare del tempo lo soffoca. Pink, dopo aver portato con sè in albergo una groupie e aver distrutto la sua stanza, pone l'ultimo mattone nel muro, chiudendosi del tutto nella sua follia. Le persone che organizzano il suo tour lo trovano in condizioni disumane, e dopo averlo rimesso in sesto lo trascinano ad un concerto, che sembra più una parata nazista. Qui Pink marcia, seguito da agguerriti skinheads, sulle altre persone,
raggiungendo il culmine della pazzia; poi, stanco di questa allucinante situazione, si auto sottopone ad un pomposo processo in cui tutti i personaggi significativi della sua vita, rappresentati come grottesche creature, lo accusano delle sue infamie. Alla fine, il Giudice Verme impone a Pink di distruggere il muro, riesponendolo così al mondo reale.

(30 marzo 2009)

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