Drammaturgo, poeta e giornalista, il rumeno
Matei Visniec è insieme un autore geniale, un transfuga coraggioso, uno spirito vigile e democratico. Il
Teatro Stabile di Catania lo ospita e organizza
lunedì 15 dicembre (ore 10, Centro Zo) un incontro aperto al pubblico: appuntamento da non perdere che suggella il successo riscosso in questi giorni dalla prima rappresentazione italiana di
Come spiegare la storia del Comunismo ai malati di mente.
L'allestimento della pièce di Visniec è stato prodotto dallo Stabile etneo e prescelto dal direttore Giuseppe Dipasquale per inaugurare la prima edizione della rassegna
Te.St., incentrata sulla drammaturgia di innovazione. Entusiastica l'accoglienza riservata all'interessante lavoro, presentato nella traduzione di Sergio Claudio Perroni e ospitato fino al 23 dicembre al Centro Zo, in linea con lo spirito di Te.St., importante segmento della programmazione attraverso cui lo Stabile intende aprirsi alle altre realtà teatrali del territorio attive nella sperimentazione.
Insieme a Matei Visniec e Giuseppe Dipasquale, interverrà all'incontro la compagnia al completo. L'intelligente e poetica regia è firmata dal pugliese Gianpiero Borgia, nome di spicco nell'ambito del teatro di ricerca. Il suggestivo allestimento si avvale delle scene di Giuseppe Andolfo, i costumi di Giuseppe Avallone, le musiche di Papaceccio M.C., i movimenti coreografici di Donatella Capraro, le luci di Franco Buzzanca. Intenso protagonista è Angelo Tosto, circondato da un cast altrettanto valido che annovera lo stesso Borgia, Annalisa Canfora, Christian Di Domenico, Giovanni Guardiano, Daniele Nuccetelli, Alessandra Barbagallo, Giorgia D’Acquisto, Salvo Disca, Liborio Natali, Chiara Seminara.
L’aspetto più importante del lavoro è l'assenza di qualsivoglia tendenza moralistica. L’autore si chiede come possa succedere che la popolazione di una nazione immensa s'innamori di un’idea a tal punto da stravolgere tutti i comportamenti naturalmente e storicamente sedimentatisi nei secoli. Fenomeno che si ripete ciclicamente, ogni volta che nella storia appare un nuovo incantatore, un nuovo 'Pifferaio Magico', si chiami Hitler, Stalin, Bin Laden. Visniec crea un mondo grottesco e paradossale, ma proprio per questo iperrealista, perché paradossali e grottesche sono le forme del delirio di cui cade vittima la Comunità degli Uomini quando sposa un’ideologia.
Una lucida e rigorosa analisi sostiene l’intera produzione di Visniec, nato nel 1956 in Romania, ma da oltre vent'anni residente a Parigi dove lavora come giornalista per Radio France Internationale. Nel settembre del 1987, dopo aver scritto oltre venti drammi “regolarmente” banditi dal regime, in occasione di una conferenza, Visniec ha chiesto infatti asilo politico alla Francia, adottando anche il francese come lingua della sua opera letteraria.
Dopo la caduta del comunismo, è divenuto uno degli autori più rappresentati in Romania e nell’ottobre del 1996 il Teatro Nazionale di Timisoara gli ha intitolato un festival. Le sue pièce sono state tradotte e rappresentate in oltre venti paesi nel mondo. Numerosi i premi e riconoscimenti a lui conferiti da prestigiose istituzioni, quali l’Unione degli scrittori romeni (1999 e 2002), l'Accademia di Romania (1998), il Festival di Avignone (Award Avignon-off, 1995 e 1996), l’Associazione francese degli autori e compositori (1994), l’Associazione teatrale romena (1991).
(15 dicembre 2008)