Quarant’anni fa, il maggio ’68 ha cambiato il mondo. Le gabbie e le censure della vecchia società sono state travolte. Da allora i comportamenti, l’abbigliamento, i costumi sessuali non sono più gli stessi. Non stupisce che da allora si discuta sul ’68. È stata una scossa salutare? O l’inizio di un degrado di cui paghiamo ancora le conseguenze? Il giudizio su quell’anno è tema di campagne elettorali e di dibattiti televisivi. Ma che cosa ha da dire, oggi, il ’68?
Mario Capanna, protagonista di quella stagione, tra i principali leader del movimento giovanile del Sessantotto, ha raccolto le sue riflessioni in un libro - “Il Sessantotto al futuro” – che presenterà
martedì 22 aprile alle 17:30 al Monastero dei Benedettini (Aula A1).
Nel volume appena pubblicato per Garzanti, Capanna si confronta con il passato per avere lumi sul nostro presente e sul nostro futuro. Ed esorta a ripartire proprio da lì, per costruire di più e meglio: da quei ragazzi che hanno rifiutato la violenza e le ingiustizie; da quella rivoluzione pacifica che ha spezzato di slancio cinismi e ipocrisie per cambiare la visione del mondo di un'intera società.
Sarà lo stesso Capanna a intervenire nel corso dell’incontro con gli universitari catanesi promosso dalla facoltà di Lingue e Letterature straniere, a discutere con lui di quegli anni saranno Antonio Pioletti, Gianni Famoso, Salvatore Distefano, Emma Baeri, Luigi Savoca, Elena Caruso, Massimo Malerba e Laura Galese, coordina il preside Nunzio Famoso.
(22 aprile 2008)