Turi Ferro non fu solo un grandissimo attore, ma anche regista di pregnante fascino, nonché autore intelligente e sensibile. In questa triplice veste potranno ammirarlo gli appassionati che interverranno lunedì 7 aprile alle 20:30 al teatro Musco alla proiezione di uno spettacolo memorabile: l’esilarante allestimento in vernacolo di un capolavoro come L’avaro di Molière, terzo appuntamento del ciclo Le commedie da videovedere, iniziativa presentata dal Teatro Stabile di Catania nell’ambito delle “tappe di avvicinamento” che condurranno alla celebrazioni del cinquantenario.
Ricordiamo che lo storico anniversario si calcola a partire dal fatidico 3 dicembre 1958, quando andò in scena al Musco la rappresentazione della Malìa di Capuana: data, luogo e titolo che segnarono ufficialmente l’iniziò dell’attività dell’Ente Teatro di Sicilia, in grado qualche lustro più tardi di ottenere la prestigiosa qualifica di “Stabile”. La sala di via Umberto è rimasta, anno dopo anno, emblematica dell’intensa attività dell’ente. Qui si alternano le rappresentazioni per le scuole e le novità del teatro di ricerca. Qui si proiettano in queste settimane le commedie da videovedere: quattro pregiate produzioni teatrali dello Stabile, la cui diffusione rappresenta un regalo gradito al vasto pubblico e altresì un tributo al grande Turi Ferro, figura fondante ed eminente del teatro catanese e non solo.
Lo conferma quest’adattamento in lingua siciliana della commedia di Molière, che Ferro trasse liberamente da Pippo Marchese per lo spettacolo andato in scena al Verga il 20 aprile 1990. Una mise en scene costruita sulla scenografia di “Ciccio” Contraffatto e i costumi di Ambra Danon. La sequenza dei bravissimi interpreti comprendeva, accanto al mattatore, Giovanni Guardiano, Ileana Rigano, Federico Grassi, Franco Diogene, Debora Bernardi, Benito Carta, Fioretta Mari, Mimmo Licciardello, Sergio Lo Verde, Margherita Mignemi, Clelia Piscitello, Francesco Mirabella, Vincenzo Ferro, Cinzia Marcoccio, Antonio Caruso, Mauro Amato.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento di posti e tra gli intervenuti verranno sorteggiate due copie della pregiata monografia Turi Ferro, il magistero dell’arte, firmata da Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla. Un altro omaggio all’attore e al suo pubblico, dono dell’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano. L’artista - sempre a suo agio nei più variegati registri, comico, drammatico, tragico - suona in questo caso da par suo la corda della disperata comicità di Arpagone.
«Non è affatto raro - si legge nel programma di sala dello spettacolo, redatto quasi vent’anni fa - che nella vita di un teatrante si generi una speciale assonanza creativa fra il proprio talento e il testo che si rappresenta. Accade per questo Avaro, che non sapresti se più molieriano o ferriano (sia pure con la lontana intermediazione di Marchese). L’idea del “comico” che Turi Ferro incarna naturalmente aderisce alla proposta molieriana con una sequenza di invenzioni, fra corrosive e umorose, che nascono dall’esperienza oltre che dal talento. Un personaggio, Arpagone, già visitato anni prima da Turi, ma rivisto in questa edizione con nuove prospettive e nuovo divertimento. È questa gioia del recitare, unita al perfezionismo di Ferro, a dare compattezza al risultato. Una festosità che non è mai faciloneria ma vera semplicità, che ha fuso in sé la cura delle ricerche e le scelte della regia, l’estrosità degli interpreti e il senso dell’operazione che va al di là dell’intrattenimento per affondare le radici nella sostanza amara e consapevole del “comico” di cui Molière è uno dei più famosi e difficili esempi».
(07 aprile 2008)