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Doppia Scena | Sei brillanti giornaliste Novecento

Giovedì 10 aprile alle 10:30 (Coro di Notte, Benedettini), si presenta la commedia di Paolo Poli. In scena al Teatro Verga fino al 13 aprile

Sarà in scena al Teatro Ambasciatori, dall’8 al 13 aprile la commedia Sei brillanti giornaliste Novecento di Paolo Poli

La commedia sarà presentata giovedì 10 aprile alle 10:30 al Coro di Notte, Monastero dei Benedettini, nell’ambito di Doppia scena, il ciclo di incontri organizzati dallo Stabile in collaborazione con le facoltà di Lettere e filosofia e di Lingue e Letterature straniere. Partecipa all'incontro con gli studenti l’autore, regista e protagonista Paolo Poli. Coordinano: Elvira Seminara, giornalista e Stefania Rimini, docente di Storia e Critica del Cinema.

Una conversazione che si annuncia particolarmente interessante per la straordinaria personalità di Poli e per la stessa natura provocatoria e iconoclasta del testo, o sarebbe meglio dire dei testi. All’incontro di Doppia Scena, insieme a Paolo Poli interverranno non a caso due “brillanti” commentatrici: la giornalista Elvira Seminara e Stefania Rimini, docente di storia e critica del cinema. Per ripercorrere insieme la sapida scrittura di Poli che ha scelto e sceneggiato brevi racconti di sei celebri giornaliste del Secolo Breve, venute alla ribalta tra gli anni ’20 e gli anni ’80.

Atteso ritorno sulle scene dello Stabile quello del grande Paolo Poli, che approda nuovamente a Catania con un nuovo lavoro di cui è autore, regista, interprete. Una prova mirabile che lo ha visto trionfare ai premi Eti “Olimpici del teatro”, assegnati in settembre a Verona. Poli è anche brillante produttore di se stesso e ha saputo assicurarsi il contributo della Regione Toscana e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Merito di una creazione davvero intrigante e geniale. Scrive Franco Quadri su Repubblica: «La curiosità comincia da un titolo che si allinea allo sfolgorio di doppi sensi dello spettacolo: sui manifesti si legge infatti “Sei brillanti” ma si ignora il prosieguo dell’intestazione che aggiunge la qualifica: “giornaliste tra gli anni Venti e Ottanta.” Del resto il contributo di questi bei nomi della carta stampata si limita a fornire temi, ritratti, personaggi, situazioni che vengono usati come spunti acuminati in un quadro satirico indirizzato a colpire il costume di un secolo».
Celebri giornaliste del Secolo Breve, venute alla ribalta tra gli anni ’20 e gli anni ’80, figurano dunque nella sapida scrittura di Poli con brevi racconti da lui scelti e sceneggiati tra quelli pubblicati dalle autrici nel corso della loro straordinaria carriera. Così Maria Volpi Nannipieri, in arte Mura, ci trasporta nel chiuso di una esperienza erotica tutta al femminile dal titolo Perfide; Paola Masino con Fame ci descrive la crisi del ’29 e Irene Brin nelle sue Visite racconta le allucinate miserie del dopoguerra. Nella seconda parte dello spettacolo Camilla Cederna col suo Lato debole del ’60 ci parla di moda e di modi di vivere, Natalia Aspesi in Lui visto da lei ci prospetta la figura dello scapolo in rapporto alla famiglia italiana, e Elena Giannini Belotti con Adagio poco mosso presenta una figura di vecchietta serena e risentita.
«Le voci di queste giornaliste - sottolinea Poli - si alternano variamente in un gioco frizzante e imprevedibile nell'ottica generale di una narrazione caustica, ma emblematica di una società in continua evoluzione. A fare da contrappunto ai diversi episodi le musiche delle canzoni delle varie epoche, evocanti il tabarin, l'infanzia abbandonata, la voce della Radio, il mercato nero, le saghe popolari, la ricostruzione, il mondo degli animali e i caserecci festivals canori».

Le scenografie del compianto Emanuele Luzzati si ispirano ai maestri della pittura novecentesca e i costumi rutilanti di Santuzza Calì sottolineano spiritosamente gli ironici arrangiamenti musicali di Jacqueline Perrotin. Accanto a Poli un allegro gruppo di attori - Luca Altavilla, Alberto Gamberini, Alfonso De Filippis, Giovanni Siniscalco - abilmente mossi dalle coreografie dello stesso De Filippis.

Unanime il consenso della critica. «Ogni paio di stagioni - sottolinea Masolino D’Amico sulla Stampa - Poli allestisce un nuovo spettacolo uguale a quello precedente, ma diverso. Analoga la formula, dentro una scenografia in cui si alzano e si abbassano moltissimi fondali dipinti dell’inesauribile Lele Luzzati. Non cambiano gli oggetti della satira, in genere l’Italietta provinciale e piccoloborghese di ieri, anzi dell’altro ieri. Poli è sempre miracolosamente se stesso, ossia un monumento di grazia irriverente e leggera». Nota Franco Cordelli sul Corriere della sera: «Paolo Poli, eterno ragazzo, anche lui invecchia ma, questo è il bello, così non appare. Egli è fedele non solo alle proprie passioni, ma anche al proprio corpo: ciò che di meno duraturo vi è nella nostra vita riesce a durare, anzi è sempre uguale, lieve, scattante, felice, canzonatorio, sfottente, come impugnasse quella strana bandiera su cui campeggia la scritta palazzeschiana: Alla faccia vostra!».


(10 aprile 2008)

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