Lunedì 28 aprile Claudio Gioè e Donatella Finocchiaro, figure chiave della televisione e della cinematografia contemporanea italiana, saranno sul palco del teatro
Metropolitan alle 21,30 con
L’Istruttoria, uno spettacolo dal forte impegno civile, che racconta la storia degli atti del processo in morte di Giuseppe Fava, firmata del figlio del giornalista ucciso, Claudio, per la regia di Ninni Bruschetta. Atti ricostruiti e drammatizzati in forma teatrale, che conservano una estrema fedeltà nel narrare la verità delle cose che in quel dibattimento furono dette. E di quelle che furono taciute.
Ma questo processo, vecchio archetipo del teatro-verità, è anche un pretesto per raccontare un tempo e un luogo. Il tempo è quello dell’omicidio di Pippo Fava, assassinato dalla mafia davanti all’ingresso del Teatro stabile di Catania, il Verdi, il 5 gennaio 1984. Il luogo è la sua città che, nel racconto teatrale, diventa il luogo della ribellione e quello della rimozione. Una città capace di celebrare i propri morti, rispecchiarsi nella loro battaglia e divorarne al tempo stesso la memoria.
Così fu anche per Giuseppe Fava. Duecentotrentaquattro udienze, duecentosessanta testi ascoltati, seimila pagine di verbali del processo ad esecutori e mandanti dell'omicidio di colui che "quando il vento arrivava, se lo prendeva in faccia". Di quel processo, poco conosciuto, oggi resta solo una sentenza di condanna, ormai definitiva.
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Questo processo è stato, come raramente accade, un processo che si è concluso con la condanna dei veri colpevoli, degli esecutori e dei mandanti. Ma a leggerne e a sentirne gli atti ne viene fuori una società al limite del grottesco” – afferma il regista Ninni Bruschetta - “
Un tempo la celebrazione del processo era un momento di ritualità civile, così come è diventato adesso il teatro. Io credo che il teatro abbia questa funzione e questo privilegio, quello di parlare alla gente attraverso una ritualità, non più sacra, ma civile. I testi di Claudio Fava, come le sue sceneggiature e i suoi romanzi, sono un terreno fertile per coltivare questa aspirazione del teatro, che è anche quella di salvaguardare la memoria e arricchire la nostra cultura con la celebrazione dei nostri eroi. Quella della mafia, in Sicilia e nel mondo, è una realtà spesso mitizzata, ma piaga tangibile, incomprensibile e inaccettabile, e sempre più difficile da estirpare”.
Come la celebre "Istruttoria" di Peter Weiss, non è solo il canto d’orrore e di dolore per l’inferno dei lager nazisti, anche questa racconta di un giornalista morto per narrare tutta la ferocia della mafia, l’oltraggio irrisolto della sua violenza, la viltà dei complici. E soprattutto la rabbia dei sopravvissuti.
(28 aprile 2008)