Mercoledì 19 marzo alle 19 al Teatroclub Nando Greco
Porte aperte per un teatro che chiude: ne parlano Paola Greco, Carmen Consoli, Donatella Finocchiaro, Claudio Gioè, Rita Botto, Lucia Sardo, Mariella Lo Giudice, Ida Carrara, Guglielmo Ferro, Andrea Lodato, Andrea Pennisi, Giuseppe Di Pasquale, Antonio Fiumefreddo.
All'interno di
Ring Aperto, per 40 giorni si alternano incontri, dibattiti, performance, laboratori, concerti e spettacoli. Tantissime le compagnie, artisti, intellettuali e semplici appassionati di teatro che si sono stretti intorno al direttore artistico del
Teatroclub Nando Greco, Paola Greco, figlia del fondatore dello spazio simbolo della cultura artistica d'avanguardia a Catania. Oggi, dopo 45 anni di instancabile attività legata alla ricerca e alla formazione, il teatro infatti chiude per sfratto.
Leggi la lettera di Paola Greco
Così per oltre un mese, a scongiurarne la chiusura, ogni giorno le porte del Teatroclub Nando Greco si aprono per una fitta programmazione di eventi, dalla mattina alla notte e si offre, a chiunque avesse progetti o proposte di spettacoli, allestimenti, incontri, prove aperte e quant'altro possa contribuire a sfruttarne l'apertura.
Si parte
mercoledì 19 marzo (ingresso libero) alle 21:30 con
Diario di un pazzo, liberamente tratto dal racconto di Nikolaj Gogol di e con Pietro Naglieri - Compagnia Schegge di Cotone - Roma. Alle 23, jam session con Faisal Taher, Giancarlo Parisi + friends.
Con Pietro Taglieri, da Nicolaj Vasil’evic Gogol, luci di Annalisa Pellegrino, consulenza tecnico-fotografica di Pino Giannini, adattamento di Naglieri-De Robertis, regia di Roberto De Robertis, per
Ring Aperto -
mercoledì 19 e giovedì 20 marzo al Teatroclub Nando Greco (piazza san Placido, 10 - Catania; tel 095.312146;
www.teatroclub.it, e-mail: info@teatroclub.it).
Diario di un pazzo. Lo scenario è quello di una Pietroburgo fine ‘800, quasi uno zenit infernale della provincia piccolo-russa, zarista e oppressa da una cristallizzata stratificazione di gerarchie sociali. Il nostro personaggio, Propriscin Aksentij Ivanovic, è un “consigliere titolare di origine nobile”, non appartiene dunque ai ranghi più bassi della plebe, ma in definitiva è un impiegato statale. In quanto tale patisce, poco dignitosamente, la sua condizione di piccolo-piccolissimo borghese al cospetto di capiufficio, direttori e burocrati. La sua graduale perdita di senno corrisponde chiaramente con un improbabile riscatto verso i suoi oppressori. Il suo vagheggiato tentativo di rivalsa sfocia nella roboante quanto ridicola convinzione di essere Ferdinando VIII, re di Spagna. Il momento del suo tanto atteso trionfo sociale corrisponderà, in realtà, con la definitiva espulsione da quella stessa spietata società, concretizzandosi nel suo internamento in manicomio.
Grottesco e spietato, esilarante e commuovente, il nostro protagonista è per certi versi la personificazione letteraria degli umori e delle attenzioni sociali di Gogol’ e della labirintica tortuosità della sua psiche.
(19 marzo 2008)