Sarà in scena dal 7 al 20 gennaio, Teatro Ambasciatori, lo spettacolo teatrale Socrate, messa in scena per le scuole medie superiori, in collaborazione con la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania e con il Master in Comunicazione e Linguaggi non verbali dell’Università Cà Foscari di Venezia.
L'opera di Vincenzo Cerami, tratta da Platone e Aristofane, sarà presentata dalla prof.ssa Maria Barbanti martedì 8 gennaio alle 10.30, al Monastero dei Benedettini, alla presenza dello stesso Vincenzo Cerami. Gli studenti sono invitati a partecipare.
Tutte le repliche (fino al 20 gennaio) saranno accompagnate da un dibattito con il regista e con gli attori (su prenotazione si possono organizzare dibattiti con la partecipazione del regista e degli attori nelle scuole che ne facciano richiesta).
Lo spettacolo, per la regia di Ezio Donato, scene e costumi di Giuseppe Andolfo, musiche di Carlo Insolia, vedrà sul palco Pippo Pattavina, Debora Bernardi, Franz Cantalupo, Toni Lo Presti, Gino Nicolosi, Giampaolo Romania, Marco Trincali.
Socrate, padre indiscusso della filosofia occidentale è uno dei personaggi più complessi ed enigmatici e nello stesso tempo più affascinanti della storia del pensiero antico. Come tutti sanno, il più famoso dei filosofi fu condannato a morte dal governo democratico di Atene perché il suo pensiero probabilmente era diventato scomodo e controcorrente. Socrate, come tutte le testimonianze ci tramandano, per non rinunciare alle sue idee e nello stesso tempo rispettare le leggi, non volle sottrarsi alla morte.
Vincenzo Cerami ha ridisegnato e adattato per la scena la figura del filosofo greco sulla scorta delle più intense pagine di Platone, tratte dal Fedone dal Critone e dall’Apologia, ma anche da una delle testimonianze più negative, quella comico-grottesca, quasi una macchietta e perciò più discussa, che Aristofane ci presenta ne Le Nuvole. L’eroe tragico di Platone, l’uomo che più di ogni altro ci ha insegnato a non rinunciare, anche di fronte alla morte, a ragionare con la nostra testa, non è però separabile dall’irresistibile e impietosa parodia di Aristofane. Nella commedia, scritta e rappresentata quando ancora Socrate era in vita e raccoglieva il consenso entusiasta di molti giovani, il leggendario filosofo diventa un cialtrone losco e seducente che svela all’ingenuo e buffo Strepsiade che il mondo è fatto di imbroglioni e vince chi è più furbo.
Per molti secoli gli antichi studiosi ritennero che una delle cause della condanna di Socrate fu proprio la commedia di Aristofane. Queste due antiche testimonianze, che valsero a creare fin dall’antichità quasi due personaggi contrapposti, rivivono sulla stessa scena nel testo di Vincenzo Cerami, Da queste fonti Cerami ritaglia le tematiche che ritiene caratterizzino maggiormente la figura di Socrate e che sono principalmente di ordine esistenziale, antropologico, etico e politico e nel rappresentarle costruisce un gioco di dialoghi che esprimono efficacemente la forza morale del personaggio Socrate e nello stesso tempo la condizione di degrado morale che la comica ma amara parodia di Aristofane ci mostra.
Cerami invita lo spettatore a riflettere senza nascondere però la sua profonda adesione al messaggio socratico-platonico che egli intende veicolare. Le due immagini di Socrate, quella etico-filosofica di Platone e quella comica-irriverente di Aristofane sono per l’attore protagonista una straordinaria prova a trecentosessanta gradi: intensamente tragico il Socrate dei Dialoghi di Platone che rifiuta persino gli appelli del cuore della moglie Santippe, e preferisce la morte piuttosto che rinunciare ai principi di legalità e alla sua fiducia nelle istituzioni; esilarante nella sua comicità il Socrate di Aristofane che esercita l’arte di avido imbonitore nei confronti del villico Strepsiade. La messa in scena di Cerami è un invito a sollevare, ieri come oggi, degli interrogativi inquietanti e di estrema attualità: è possibile la democrazia senza una forte coscienza civile? Le ragioni della politica possono ancora uccidere le ragioni della saggezza?
Si prega di prenotare al Teatro Stabile contattando la Sig.ra Auteri al numero telefonico 095-354466.
(08 gennaio 2008)