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Il cinema di Gianni Amelio

Mercoledì 19 dicembre alle 11, all’Auditorium del Monastero dei Benedettini, lezione magistrale di Gianni Amelio per gli studenti catanesi
Il cineasta calabrese Gianni Amelio - in questi giorni a Catania per la retrospettiva a lui dedicata, organizzata nell’ambito di EtnaFest in occasione della pubblicazione del volume “Raccontare i sentimenti. Il cinema di Gianni Amelio” - terrà una lezione magistrale per gli studenti universitari catanesi: l’appuntamento è per mercoledì 19 alle 11, all’auditorium “Giancarlo De Carlo” del Monastero dei Benedettini. All’incontro interverranno il preside della facoltà di Lettere e filosofia Enrico Iachello, il critico cinematografico Flavio Vergerio e i docenti Fernando Gioviale, Stefania Rimini, Agata Sciacca e Alessandro De Filippo.
A coordinare gli interventi sarà il direttore artistico della sezione cinema di Etnafest Sebastiano Gesù: «Gianni Amelio – spiega - è uno di quei registi che hanno amato il cinema prima da spettatori appassionati e poi da cineasti. Questa viscerale passione per la settima arte ha permesso alla generazione di cineasti come Amelio di coltivare amori apparentemente inconciliabili, qualche volta contraddittori, come il cinema hollywoodiano di genere, la libertà autoriale della nouvelle vague e la lezione morale del neorealismo. Ma quelle che appaiono contare di più per Amelio sono le attenzioni verso il cinema italiano».
Nei film di Amelio predomina infatti lo sguardo “vero”, attento ai minimi particolari, un’analisi minuta dei comportamenti: non uno sguardo emotivo che corre il rischio di enfatizzare la realtà, ma una visione sincera della realtà stessa: «Pur scavando nell’intimo di ciascuno dei suoi personaggi – prosegue - il sentimento di cui Amelio nutre i suoi film non riguarda esclusivamente emozioni e bisogni “individuali”, ma sentimenti che investono la sfera più ampia dell’universale, che interrogano il destino collettivo perché intrisi di un profondo senso della giustizia sociale e della dignità umana. Amelio è uno dei pochi registi che sa andare in fondo alle cose, che sa offrire la radiografia del cuore e del dolore evitando lo spettacolo della sofferenza».
Sebbene Amelio non trascuri occasione per ricordarci che il suo cinema fa riferimento alla sua vicenda privata, egli è autore che vive il nostro tempo e i suoi mali, e ne mette a nudo le storture, le malefatte, le ingiustizie, la disperazione, la disumanizzazione, temi e film forti e struggenti che potranno essere riscoperti partecipando alle proiezioni di “11 Immigrati” (967, 10’), “La terra è fatta così” (2000, 54’) e “Bertolucci secondo il cinema” (1976, 62’) che si terranno nel pomeriggio all’Auditorium, a partire dalle 17. Sempre mercoledì, alle 18.30 al Centro Zo, saranno proiettati invece “Il ladro di bambini” (1992, 112’), “Così ridevano” (1998, 124’) e “Porte aperte” (1990, 108’); infine, giovedì 20 dicembre alle 18.30 si proietta “Lamerica” (1992, 114’), alle 20.30 “Le chiavi di casa” (2004, 105’) e alle 22.30 “La stella che non c’è” (2006, 104’).

(19 dicembre 2007)

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