Domenica 25 novembre alle 18, 30 al
Castello dei Conti di Modica ad Alcamo (piazza Caastello) si inaugura la mostra d'arte
L'animo del castello nell'ambito del festival
Artisti per Alcamo. La mostra, ideata e curata da Emilia Valenza, è organizzata dall'Associazione per l'Arte (AxA) con la direzione artistica di Giuseppe Cutino.
Gea Casolaro,
Bruna Esposito,
Enzo De Leonibus,
Christoph Fikenscher,
Marzia Migliora e
Joachim Seinfeld: sei artisti a confronto con un edificio significativo della città di Alcamo, il castello dei Conti di Modica, appunto, per scovare l'anima di questo luogo così profondamente mutato nel corso dei secoli. Sono artisti di fama internazionale assai diversi tra loro, che si esprimono attraverso i linguaggi dell'installazione, del video, della fotografia.
La mostra d'arte contemporanea, inserita all'interno della
5° edizione del Festival Artisti perAlcamo dal titolo
Il fondo dell'anima, si riallaccia proprio al tema di fondo dell'intera rassegna attraverso un progetto legato a un luogo particolare di Alcamo, il Castello dei Conti di Modica. La mostra è visitabile fino al 30 dicembre.
Le architetture, come i paesaggi naturali o artificiali, offrono la rappresentazione visiva della storia della comunità di cui sono parte. E un castello medievale, proprio per le dimensioni dell'edificio, per la sua centralità rispetto all'intero territorio geografico, per la simbologia di cui si fa portatore, è un luogo da studiare, da scoprire e reinterpretare. Il Castello dei Conti di Modica è un edificio simbolo della storia di questa importante cittadina siciliana, ha una storia lunga quasi settecento anni, ha rappresentato l'emblema del potere feudale in Sicilia, in quanto ricca abitazione di grandi proprietari terrieri; e poi è diventato di proprietà pubblica, assumendo un ruolo ben distante da quello precedente, ossia di carcere mandamentale, luogo di punizione, dentro le cui mura uomini rinchiusi hanno contato, fino alla fine, i giorni della loro esistenza. E infine gli ultimi quasi quarant'anni di restauri, di interventi che ne hanno mutato per certi versi le sembianze, cancellandone l'identità originaria, tanto quello di residenza nobiliare, quanto quella di carcere. Allora dov' è la sua anima? O qual' è la sua anima? L'edificio ha subito forti e invasivi interventi di restauro, perdendo la sua "aura magica", in tal senso ad esso va restituita l'anima. Ed è questa la sfida che si pone il progetto.
L'esposizione: la mostra sarà allocata negli spazi del Castello dei Conti di Modica, e ogni intervento, fruibile sia in termini visivi ma anche tattili e uditivi, sarà il riverbero di una possibile anima. Ai sei artisti è stato chiesto di realizzare delle opere ispirate al castello, alla ricerca di un'anima ormai perduta. La presenza degli artisti ad Alcamo, il contatto diretto con il castello e con la gente di Alcamo quali testimoni diretti di una storia, è una fase irrinunciabile in un progetto che richiede dei lavori riferiti ad un preciso contesto. L'approccio di ognuno di loro alla tematica della mostra si caratterizza per una sostanziale eterogeneità di comportamenti. La ricerca di immagini del castello, dalle più antiche alle più recenti, da parte di
Gea Casolaro, ha comportato un coinvolgimento dei cittadini di Alcamo invitati, anche attraverso un appello apparso su un sito web locale, a spulciare nei loro album di ricordi alla ricerca di fotografie del sito. E poi la registrazione dell'audio, in giro per le strade di Alcamo, ha creato un contatto diretto con la gente, che scoprirà nel video della Casolaro, un sorprendente ritratto di questa cittadina. Lo sguardo di
Bruna Esposito e
Enzo De Leonibus si è posato sui materiali, sui colori, sugli elementi architettonici comuni al castello e al contempo agli edifici alcamesi. I due artisti hanno scelto il pluviale di terracotta quale simbolo di un'architettura-scrigno, un componente entro il quale scorre l'acqua piovana, individuando l'acqua, quindi, come metafora dell'anima del castello e del mondo. Il sopralluogo di
Christoph Fikenscher si è caratterizzato per uno studio attento e approfondito dei rapporti spaziali fra l'edificio castello e il centro cittadino; una riflessione che indaga i mutamenti della storia attraverso un sostanziale "spostamento" dell'asse prospettico che legava il castello alla comunità. Il progetto della sua installazione, sorto da lunghe permanenze all'interno del castello e in particolare nella cosiddetta "stanza dei guardiani", pone in essere il rapporto tra interno ed esterno, sottolineando l'attuale incongruità tra l'edificio (non più) storico e l'Alcamo contemporanea.
Per
Joachim Seinfeld l'incontro con il castello si è rivelato immediatamente nella percezione di uno spazio fortemente alterato da un pesante restauro, attraverso il quale si è persa ogni identità passata. Un pavimento in cemento, ricoperto da mattoni in cotto, è una scelta che danneggia irreparabilmente l'architettura originale. Da qui il progetto di un tappeto di travertino, sul quale verranno emulsionate delle foto di una umanità legata al castello. Gli avi, i regnanti passati da questo luogo, i carcerati e via via fino a volti dei nuovi emigranti, mirano a restituire il senso di un luogo, la contaminazione delle culture passati e presenti. E infine
Marzia Migliore. Il suo sopralluogo è stato breve, perchè non poteva non individuare, d'impatto, nell'unico piccolo spazio inalterato, il cuore del castello e il luogo dove insediare la sua opera. Un sopralluogo guidato dalle sensazioni, in cui ha funzionato l'emotività e il sentimento.
(25 novembre 2007)