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Invenzione a tre voci

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Sabato 28 febbraio (ore 20:45) e domenica 1 marzo (ore 19), da Scenario Pubblico a Catania, in replica la compagnia zappala danza con il primo step del progetto "Transiti Humanitatis"

Sabato 28 febbraio (ore 20:45) e domenica 1 marzo (ore 19), da Scenario Pubblico, a Catania, andrà in replica la performance Invenzione a tre voci, primo step del progetto Transiti Humanitatis della compagnia zappalà danza.

Le coreografie e la regia sono di Roberto Zappalà, le musiche di Johann Sebastian Bach (eseguite dal vivo) da Luca Ballerini (pianoforte) e Adriano Murania (viola). Una produzione compagnia zappalà danza – Scenario Pubblico international choreographic centre Sicily, in collaborazione con Teatro Garibaldi/Unione dei Teatri d’Europa (Palermo), ImPulsTanz (Vienna) e Teatro Comunale di Ferrara.

"Invenzioni a tre voci" costituisce il primo approdo di Transiti Humanitatis, il nuovo progetto della Compagnia Zappalà Danza, che avrà il suo esito finale nell’autunno 2015 con la produzione “I am beautiful”. Le “invenzioni” e le “voci” sono rispettivamente quelle di J.S.Bach eseguite dal vivo dal pianoforte, dal violino e dalle tre danzatrici protagoniste della creazione. L’immobilità del corpo femminile, il suo essere punto di riferimento di buona parte dell’arte pittorica occidentale, si trasforma e trasfigura nel corpo, (nei corpi), in movimento plasmati dal coreografo.

Per Zappalà mettere a nudo il corpo della donna, ovviamente non solo nel senso letterale, equivale a mettere a nudo il cuore umano; vuol dire rivelare le illusioni e gli inganni che, quasi sempre, lo sguardo maschile ha messo in campo quando l’oggetto della visione è stato la donna e il corpo femminile. È a partire dal corpo, in questo caso della donna/danzatrice che tutto incomincia e nel quale tutto si consuma ed esaurisce.

Appropriandosi delle riflessioni di John Berger e dei versi di Wislawa Szymborska, Zappalà propone una riflessione non sulla condizione femminile ma sull’immaginario. Immaginario prodotto dalla bellezza femminile e dal suo corpo, al contempo protagonista e vittima. Ovviamente lo fa attraverso la danza; una danza che ha la sua grammatica e la sua sintassi nei nervi e nelle giunture, nei fremiti e nei sussulti del corpo delle tre danzatrici/invenzioni. Una danza che si appropria concettualmente del verso del poeta polacco Jan Twardowski quando dice che “occorre avere un corpo per trovare un’anima”.

(28 febbraio 2015)

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