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Il passo svelto dell’amore

Giovedì 8 maggio alle 17.30 (Coro di Notte, Monastero dei Benedettini), presentazione del libro di poesie di Marilina Giaquinta

Giovedì 8 maggio alle 17.30, al Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, la prof.ssa Sissi Sardo, docente di Linguistica italiana del Dipartimento di Scienze Umanistiche, e l’editore Angelo Scandurra presentano la raccolta di poesie di Marilina Giaquinta dal titolo Il passo svelto dell’amore (Edizioni Le Farfalle). A dare voce ai versi dell’autrice saranno le attrici del Teatro Stabile di Catania Lucia Fossi e Lucia Portale.

L'autrice. Dirigente della Polizia di Stato (Questura di Catania), l’autrice si nutre di arte e letteratura da sempre e comincia a cimentarsi nella scrittura sin da piccola. Nella sua opera prima, il primo amore che si coglie è proprio quello verso le parole. E se ne incontrano di ogni tipo: archiviate, desuete, o ancora inventate, demolite e poi ricostruite, sentite prima ancora che pronunciate. Quella dell’autrice è una ricerca affannata, certosina, che restituisce un’importanza al linguaggio che in questi tempi soffre spesso di mancanza di cura. Marilina Giaquinta mostra riconoscenza verso quei vocaboli che le permettono di esprimersi dentro, di provare a spiegare senza arrogarsi l’attesa di una risposta. Come spiega l’autrice: «Le parole non sono solo significato. Ho cercato di far “suonare” le parole, di fare uscire l’armonia, il ritmo che c’è dentro di loro, ho orchestrato la loro musica. “Il passo svelto dell’amore” è il contrasto insito nell’amore: l’amore informa di sé ogni momento della nostra vita e quindi dovrebbe essere il tempo della vita: e invece non rimane, se ne va e spesso se ne va in fretta, senza neanche un addio».

E, in quel montaggio di sequenze verbali, c’è il suo mondo come pure questo tempo con tutte le sue complessità. E quelli che appaiono sfondi, in realtà vivono di vita propria, grazie alle parole che danno corpo, fiato, anima. Come la Notte, che non si limita a fare da buio a insonnie e pensieri scuri ma con cui c’è un’incessante e sofferta interazione. O il Mare che si sente e si vede respirare attraverso le onde. O ancora la Pioggia, o il Cielo che a volte sembra stare lì per liberare e dare aria e altre per chiudere e incupire. Il Tempo, che non è mai stato così relativo, non segna il confine tra passato e presente, tra nostalgia dei ricordi o il ricordo della nostalgia. E poi l’Amore che è il motore universale e prende la forma di chi lo prova.

Se si leggono così, tutte d’un fiato, si colgono le tracce di una storia, corale, in cui chi racconta è avvolta da un universo in cui tutto è vivente, persino gli oggetti che sembrano ma non sono mai immobili e s’insinuano, piacevoli o ingombranti, per arredare gli episodi della vita.

(08 maggio 2014)

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