Giovedì 3 e venerdì 4 aprile a Catania, al Monastero dei Benedettini e a Piazza Scammacca, si svolge il convegno "L’usage de la photo. Critica sociale e politica nell’immaginario fototestuale", organizzato dal Dipartimento di Scienze umanistiche.
Il convegno si propone di indagare le interferenze fra retoriche fototestuali ed etica dello sguardo, mettendo a fuoco implicazioni politiche e di genere che si esplicitano nel complesso statuto autoriale, nel layout editoriale, nelle strategie formali e comunicative presenti in racconti, romanzi e saggi accompagnati da fotografie. Attraverso opportuni esempi si vuol esplorare quello spazio di tensione che si apre fra il posizionamento della voce narrante e quello dello sguardo fotografico, nella focalizzazione multiprospettica che ne deriva.
L’evento è realizzato in collaborazione con "Arabeschi. Rivista internazionale di studi su letteratura e visualità", Piazza Scammacca e il Centro Studi di Genere GENUS.
«Non si dovrebbe dare mai un noi per scontato quando si tratta di guardare il dolore degli altri», afferma Susan Sontag nel capitolo iniziale del suo saggio "Regarding the Pain of Others" (2003). In dialogo con le riflessioni sulla guerra espresse da Virginia Woolf in "Three Guineas" (1938), Sontag in queste pagine si interroga sull’ambiguo potere delle immagini fotografiche e sulla loro capacità di creare una posizione morale.
Se per Woolf le fotografie dei massacri della guerra di Spagna hanno una indubbia capacità testimoniale che attiva in chi le guarda una reazione percettiva, sentimentale ed etica di condanna di ogni conflitto – condanna che supera le differenti prospettive di sguardo – , per Sontag la relazione fra pathos ed ethos innescata dalla visione di immagini fotografiche dipende dal con-testo verbale in cui sono inserite.
Entrambe però si confrontano con i processi di negoziazione delle relazioni verbo-visuali e con le potenziali funzioni di critica sociale e politica che i discorsi fototestuali possono sostenere (Three Guineas, è bene ricordarlo, è un fototesto e in tutta la parte iniziale di Regarding the Pain of Others Sontag prova a fare i conti con le ambivalenze della narrazione fototestuale).
Con una particolare attenzione al panorama contemporaneo, nel confronto fra chi compone, chi legge e chi studia oggi i fototesti, grazie a momenti di dialogo e conversazione con scrittori e scrittrici, fotografe e fotografi, editori ed editrici, si intende riflettere sulla valenza etica e politica riconosciuta alla dialettica relazione fra immagini e parole presenti nei fototesti, sulle variegate tipologie iconotestuali e sulle rifrazioni fra dispositivi, immagini e sguardi, ma anche sulle competenze necessarie per la lettura e l’analisi di tali rifrazioni, provando a tenere insieme in una visione complessiva il fronte della produzione e quello della ricezione.
Allo sguardo sul presente, alla sua sfuggente complessità intermediale, si intreccerà anche una riflessione sulle poetiche fototestuali del più recente passato, con una particolare attenzione alla funzione militante e di critica sociale affidata all’accostamento di testi e fotografie.
Le retoriche sulla trasparenza di tale dispositivo e sul suo impatto (iper) mimetico hanno alimentato un uso di tale linguaggio estetico in funzione di uno sguardo critico sul reale, disegnando uno spazio d’agentività del discorso fototestuale che apre un campo molto largo (dalla letteratura alla storiografia, dal reportage alla saggistica politica e militante, dal racconto di viaggio alla denuncia delle atrocità di un conflitto bellico, dal manifesto militante al romanzo-saggio).
(03 aprile 2025)