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Chimica al centro: la scienza della vita, dell’energia e dell’ambiente

Mercoledì 22 gennaio alle 16, al Palazzotto Biscari alla Collegiata, caffè scientifico organizzato dall'Accademia Gioenia di Catania

Mercoledì 22 gennaio alle 16, al Palazzotto Biscari (via Etnea 29, Catania), si svolge il caffè scientifico dal titolo Chimica al centro: la scienza della vita, dell’energia e dell’ambiente, organizzato dall'Accademia Gioenia di Catania.

Coordina Giuseppe Musumarra, intervengono Maurizio Prato (Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche, Università di Trieste; CIC BiomaGUNE, San Sebastián, Spain), Salvatore Sortino (Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute, Università di Catania) e Giovanni Marletta (Dipartimento di Scienze chimiche, Università di Catania).

Maurizio Prato: Chimica per la salute e l’energia

La Natura adotta una complessità formidabile di componenti e di strutture altamente specializzati per svolgere funzioni vitali per noi, il nostro benessere e l’ambiente in cui viviamo. 

La costruzione di questi componenti e la loro organizzazione sono processi estremamente complessi, suscettibili di errori fatali, lesioni irreversibili, invecchiamento fino a degradazione letale. 

Per trovare alternative alla fragilità della nostra struttura biologica, la Chimica può aprire orizzonti nuovi nel campo della medicina diagnostica e rigenerativa e in quello dell’energia.

Salvatore Sortino: Nanomedicina e luce: nuovi scenari terapeutici

La nanomedicina è un’area emergente della ricerca biomedica che sfrutta l’applicazione delle nanotecnologie alla scienza della salute mirando allo sviluppo di sistemi sulla scala dei miliardesimi di metro che prevedono avere un profondo impatto nella diagnosi e nel trattamento di diverse patologie. 

Data la sua facile manipolazione, la luce rappresenta un ideale stimolo esterno minimamente invasivo e facilmente regolabile per l'introduzione di agenti terapeutici in una specifica regione di interesse. 

Il connubio tra luce e nanomedicina e i notevoli progressi tecnologici nel campo delle fibre ottiche hanno portato negli anni recenti allo sviluppo di approcci terapeutici innovativi “non convenzionali” che stanno aprendo la strada ad una categoria interamente nuova di soluzioni cliniche, consentendo terapie di precisione più sicure per i pazienti. 

Giovanni Marletta: Chimica e Biointerfacce 

Le Biointerfacce possono essere considerate o come “oggetti” applicati alla medicina, guardando al loro ruolo come biomateriali da impiantare nel corpo, biosensori, sistemi terapeutici, etc…, o come sistemi-modello, in cui appaiono in evidenza le leggi di base chimiche e chimico-fisiche per la correlazione organizzazione/comportamento dei molteplici processi in cui biosistemi interagiscono fra di loro o con sistemi sintetici introdotti ad hoc nel mezzo biologico.

Il concetto di “Biointerfacce”, negli ultimi anni, ha subito una “transizione di stato” semantica, passando dal semplice riferimento a sistemi bidimensionali “fra superfici di materiali sintetici e mezzo biologico” al rappresentare sistemi complessi 3D, spesso (ma non sempre) ibridi ed essenzialmente dinamici.

In questo contesto, è stato ampiamente dimostrato che biointerfacce nanostrutturate controllano i processi vitali di base di sistemi cellulari, guidando la cascata di eventi che conducono al “cell seeding”, alla proliferazione e crescita, e alla differenziazione cellulare.

(22 gennaio 2025)

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