Giovedì 15 febbraio alle 17, al Coro di notte del Monastero dei Benedettini, il prof. Fernando Gioviale tiene una conferenza dedicata a Stefano D'Arrigo, autore non solo dell'odissiaco "Horcynus Orca", ma anche di un secondo e ultimo romanzo, "Cima delle nobildonne".
Esteso meno di un decimo del primo, caratterizzato da una cristallina prosa in lingua, alta, ricercata e non esente da inserti di idioletto tecnico, questo libro non deve trarre in inganno: lo stesso autore esortava a non farsi sviare dalla sua apparente linearità espressiva, a stare all'erta, a individuare il gioco a nascondere e, sinesteticamente, ad affidarsi all'orecchio della memoria.
L'incontro è organizzato dalla Società Dante Alighieri - Comitato di Catania e inserito tra le attività dell'anno sociale 2017/18.
Stefano D'Arrigo (Alì, Messina, 1919 - Roma 1992), scrittore italiano. Dopo un esordio in versi ("Codice siciliano", 1957), ha esercitato la critica d’arte e, per più di quindici anni, si è dedicato alla stesura di un discusso romanzo-fiume, "Horcynus Orca", (1975), summa della ricchezza affabulatoria della narrativa siciliana. Immaginoso e ironico, ma in uno stile più accessibile, il suo secondo romanzo, "Cima delle nobildonne" (1985).
Fernando Gioviale è stato docente di Discipline dello spettacolo all'Università di Catania, ha dedicato a D'Arrigo il saggio "Il crepuscolo degli uomini". La sua conferenza "Stefano D'Arrigo o dell'impuro visibilismo", guarderà anche alle suggestioni iconiche presenti nell'opera del messinese, in conformità col tema che "la Dante" catanese ha scelto per il ciclo di conferenze di quest'anno, il rapporto tra la pittura e le arti figurative.
(15 febbraio 2018)