Mercoledì 17 maggio alle 9:30, nell'aula "21 marzo" di Palazzo Pedagaggi (dipartimento di Scienze politiche e sociali, via Vittorio Emanuele II 49, Catania) il ciclo "Sociologia: leggere (le) mutazioni" prosegue con il seminario dal titolo "Immagini, immaginario e tecnologie digitali", che sarà tenuto dalle docenti Marina Maestrutti e Valerie Souffron (Università di Parigi 1 Panthéon-Sorbonne), coordina il prof. Guido Nicolosi.
IL TEMA. La diffusione dei nuovi media e, più in generale, delle nuove tecnologie digitali dell’informazione e della comunicazione ha favorito l’affermazione di una capillare valorizzazione delle immagini in tutti i principali ambiti della vita sociale. Il trionfo delle immagini e la centralità degli schermi, che da finestra sul mondo (TV) diventano la sua seconda porta d’ingresso, provocano un’erosione degli ambiti di esperienza diretta. Si tratta della realizzazione della profezia di Guy Debord sulla “società dello spettacolo”? O siamo di fronte a qualcosa di totalmente nuovo? In che modo la pervasività delle immagini sui momenti più importanti della vita - nascita (ecografia), morte (virtopsia), la costruzione quotidiana dell’identità (selfie) – e sulle rappresentazioni della scienza (ad esempio le nanotecnologie), stanno modificando il nostro immaginario?
IL CICLO. La comunità dei sociologi del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania propone, in sinergia con i corsi laurea triennale e magistrale di Sociologia e Servizio sociale, una riflessione, a beneficio degli studenti, sulle competenze e sulle professionalità che i sociologi devono maturare per la problematizzazione e soluzione di questioni di rilievo sociale, collaborando alla definizione di piani, progetti e politiche.
L’intento è rafforzare la consapevolezza negli studenti sulla valenza previsiva della sociologia, troppo di frequente sacrificata in nome di una sociologia delle contingenze che sembra andare a rimorchio dei fatti sociali perdendo una visione d’insieme delle dinamiche trasformative e non impegnandosi nel coglierne gli effetti perversi o virtuosi. Una “buona sociologia” consiste nella comprensione del mutamento (da qui il titolo scelto per il ciclo dei seminari "Sociologia: leggere (le) mutazioni"), come legame e come processo che si pone fra società, istituzioni e politica, rappresentando l’universo conoscitivo a cui si ispira la proposta in questione.
Con il coinvolgimento di colleghi sociologici italiani e stranieri (e anche di scienze sociali affini, quale l’antropologia) saranno approfonditi tanto gli aspetti teorici, legati alla logica della progettazione dell’ambiente e del territorio, delle politiche, quanto quelli relativi alla ricerca sul campo, evidenziando il ruolo essenziale della collaborazione tra i diversi approcci sociologici. In questa prospettiva, sono analizzati attori sociali e istituzionali, popolazioni urbane, processi socio-economici, approcci metodologici che possano costituire un proficuo terreno di lavoro comune anche con altri saperi esperti. In particolare, l’attenzione cadrà sulla progettazione di interventi in situazioni di rischio e vulnerabilità, sui processi migratori, sugli stili di vita e sulle implicazioni socio-culturali che nascono dal ruolo dei media, sulle nuove generazioni, sulle questioni di genere, sulla gestione dei conflitti, sul welfare e sul servizio sociale, sull’istruzione e sulla formazione, sul mercato del lavoro e sui diritti.
(17 maggio 2017)