Martedì 7 giugno alle 10:30, nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini, il dipartimento di Scienze umanistiche e il Collettivo Wartoy organizzano la tavola rotonda dal titolo "Inkivu - Rimozione dei media nelle migrazioni intranazionali ed extranazionali in Africa: guida agli stereotipi" incentrata sul progetto che punta i riflettori su ciò che accade nel Kivu, la regione al Nord del Congo che da tanti anni è lacerata da un'efferata guerriglia.
L'associazione di fotografi e videomaker Wartoy sviluppa da anni il progetto "Inkivu" che punta da una parte a informare sulla situazione di quella regione africana - ricchissima di materie prime e molto fertile per la coltivazione del caffè - e dall'altra, a formare la popolazione attraverso laboratori di comunicazione nei quali Twitter e la radio vengono utilizzati per informare i villaggi delle situazioni di pericolo generate dalle varie fazioni in guerra tra loro (posti di blocco, aggressioni, azioni di guerriglia, sequestri di persona).
Ospite dell'iniziativa - che intende dare voce a questo originale progetto di comunicazione come strumento di protezione delle comunità rurali del Kivu -, oltre ad Alessandro Callari (Collettivo Wartoy) e a Giovanni Salvaggio (Progetto Inkivu), è padre Giovanni Piumatti, che dal 1971 opera in Africa, prima a Lukanga e poi a Muhanga, con la missione Waibraimu RDC. Il suo centro missionario è una sorta di avamposto dell'intercultura, che tenta di demolire gli stereotipi dell'aiuto occidentale ai Paesi in via di sviluppo e che ha messo in luce, a rischio della vita, gli affari loschi di molte Ong sul territorio e oggi denuncia sistematicamente la "pornografia della carità" (quella delle pubblicità televisive che usano primi piani di bambini malnutriti, aggrediti dalle mosche).
A dialogare con Piumatti saranno Antonino Sichera, docente di Letteratura italiana contemporanea al Disum, e Alessandro De Filippo, docente di Storia e critica del cinema, che proporrà agli studenti il progetto Inkivu come caso di studio da analizzare scientificamente per avviare una riflessione sui Media dello spettacolo.
(07 giugno 2016)