Venerdì 26 febbraio alle 17, nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini, i docenti di Letteratura italiana del dipartimento di Scienze umanistiche Andrea Manganaro e Felice Rappazzo, e la professoressa Luisa Mirone (tutor e docente Tfa) presentano il romanzo “La rancura” di Romano Luperini, uno dei più noti storici e critici della letteratura.
Il libro. La rancura del titolo viene da un verso di Montale: è il sentimento profondo che ciascun figlio nutre, in qualche forma, per il proprio padre. Tutto il romanzo è attraversato da una sotterranea riflessione sulla difficoltà dei figli di comunicare con i propri padri e comprenderli, di raccogliere l’eredità spesso scomoda lasciata da uomini che non sono affatto “tutti d’un pezzo”, ma si rivelano col tempo figure complesse, contraddittorie, incoerenti. Il romanzo si compone di tre parti: nella prima, Memoriale sul padre (1933-1945), si narra la giovinezza e l’esperienza come partigiano, in Istria, del padre Luigi; la seconda, Il figlio (1945-1960; 1978-1982), è “quasi un’autofiction” di Luperini stesso: dalla prima giovinezza del narratore agli anni Settanta e Ottanta, con il senso di fallimento delle speranze rivoluzionarie che hanno animato il Sessantotto e i movimenti sorti in seguito, e al percorso accademico; nella terza, Il figlio del figlio (2005), il giovane Marcello ritrova testimonianze scritte lasciate dal padre sui suoi ultimi anni e sull’amore che lo ha legato a una giovanissima americana...
L'autore. Romano Luperini (Lucca, 1940), critico letterario e docente di spicco nell’università italiana e all’estero, è stato a lungo anche impegnato in politica come militante comunista. Il suo manuale di storia della letteratura – nelle varie edizioni pensate per diversi tipi di ordinamento scolastico – è oggi in uso in circa un quarto delle scuole superiori italiane.
(26 febbraio 2016)