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Che cos'è il giornalismo sociale?

Venerdì 26 ottobre alle 17, nella sede del Medialab, incontro con l'esperto di comunicazione giornalistica Mauro Sarti

Venerdì 26 ottobre alle 17 nella sede del Medialab,  piazza Dante 12, si terrà un incontro, organizzato dai Circuiti Culturali, con il prof. Mauro Sarti, docente di " Comunicazione giornalistica" all'Università di Bologna, sul tema: Che cos'è il giornalismo sociale? Ne discutono con Mauro Sarti le redazioni dei giornali universitari online. Introduce la prof.ssa Graziella Priulla, facoltà di Scienze politiche. Coordina la giornalista Rosa Maria Di Natale. Durante l'incontro, verrà presentato il volume di Mauro Sarti "Il giornalismo sociale" (Carrocci Editore, 2007).  L'incontro, aperto al pubblico, verrà trasmesso in diretta su "Radio Zammù". Partecipano inoltre gli studenti del corso di Tecnica del giornalismo (facoltà di Lingue e Letterature straniere, prof.ssa Maria Lombardo).

Il prof. Mauro Sarti è docente in Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico e in Comunicazione giornalistica, nella Facoltà di Scienze della comunicazione dell' Università di Bologna. Nonché redattore e collaboratore di numerose pubblicazioni in carta e di siti web, specializzati nella cosidetta "Informazione sociale"; collaboratore dell'agenzia di stampa "Redattore Sociale"; presidente dell'associazione culturale "Bandiera Gialla.it", editrice della pubblicazione "Bandiera Gialla", giornale on line sull'informazione sociale; e inoltre, contitolare dello studio "Giornalisti Associati", agenzia giornalistica che offre consulenza su comunicazione e informazione giornalistica, specializzata su scuola, lavoro, formazione professionale, università, non-profit e volontariato, immigrazione.

Che cos'è il giornalismo sociale? In che modo è stato influenzato da Internet? Sono queste le domande a cui cerca di rispondere il libro di Mauro Sarti.  "Il Giornalismo Sociale" parte dalla storia di questo particolare settore dell'informazione in Italia, raccogliendo le più importanti esperienze che, in questi ultimi trent'anni, hanno visto protagonisti l'associazionismo, il volontariato e i soggetti più sensibili del mondo dei media: dai "giornali di strada" alle agenzie di stampa, dall'informazione multiculturale al mediattivismo nato dal G8 del 2001. Ma non è solo una panoramica completa di tali soggetti, è anche una riflessione su quanto sia importante nella nostra attuale società dei consumi, ascoltare le istanze che provengono dalle realtà più emarginate e dargli voce. L'autore riconosce Ryszard Kapuscinski, giornalista morto di recente, come il capostipite del giornalismo sociale, sottolineando come il reporter debba restare immune dalla terribile malattia dell'indifferenza, lontano dal tipico cinismo giornalistico. Viene inoltre citato il giornalismo civico, classico esempio di giornalismo sociale che, nato negli Usa, si è sviluppato recentemente anche in Italia. È un giornalismo che si fa carico delle richieste e dei bisogni dei cittadini imponendoli nell'agenda politica delle istituzioni. Fa dunque da mediatore tra chi governa e chi viene governato e controlla costantemente l'operato delle strutture di potere: il cosiddetto "watch dog" (cane da guardia).

Infine, il libro presenta il giornalismo sociale come un fenomeno in espansione, in particolare sul web. Molti sono infatti i portali d'informazione on-line che si occupano di tematiche quali la disabilità, l'emarginazione, le povertà del Sud del mondo, l'ambiente. E se molti considerano il giornalismo sociale come un surrogato del giornalismo tradizionale, ecco cosa ne pensa Mauro Sarti: "Un lavoro carico di grande responsabilità, tanto più che 'sociale' non vuol dire soltanto parlare di disagio ed emarginazione; scrivere di cronaca nera e di 'giudiziaria' richiede un atteggiamento non cinico verso la professione, occorre mettere in campo conoscenze e fonti non sempre facilmente reperibili, trovare le parole giuste per raccontare la morte e il dolore, la disperazione e il suicidio, l'odio razziale e la violenza, la guerra, la mafia. Persino le cronache sportive - a tratti - necessitano della stessa accortezza e sensibilità".

(26 ottobre 2007)

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