Martedì 28 maggio alle 21, nello spazio antistante il “Museo Reba” di via Buda, all'interno del rione San Berillo Vecchio, va in scena Ballata per San Berillo del drammaturgo-attore catanese Salvatore Zinna che la interpreterà, diretto dal regista Elio Gimbo, accompagnato dal vivo al pianoforte da Fabio Grasso, autore delle musiche originali dell'opera.
La rappresentazione è programmata all'interno della tre giorni Visioni di San Berillo, in cui, dal 27 al 29 maggio, linguaggi artistici diversi e pratiche racconteranno il quartiere, il suo passato e il suo vissuto, come momento di riflessione sulle prospettive future della città.
La relazione tra il profondissimo decadimento economico-sociale della città susseguente al periodo in cui era comunemente denominata la Milano del Sud e lo sventramento di un'area di 24 ettari di centro cittadino (tanto era grande il quartiere di San Berillo fino alla fine degli Anni 50) con il conseguente trasferimento forzato dei trentamila residenti in periferia è il fuoco attorno a cui ruota Ballata per San Berillo, testo vincitore della borsa di scrittura Premio Solinas, scrivere per il cinema nel 2003; segnalato come novità Italiana al Festival di Drammaturgia contemporanea Outis 2004; vincitore de premio Oltreparola per la drammturgia contemporanea nel 2005; finalista nella sezione sceneggiature per lungometraggio al RIFF 2013 (Rome Indipendent Film Festival).
Lo spettacolo. Due ragazzi fanno l’amore, drogati, in macchina la notte in cui davanti ai loro occhi Pippo Fava viene ucciso dai killer di Nitto Santapaola. Il giornalista drammaturgo diventa il loro driver notturno che li accompagna, con una Simca 1000 color arancione, in una road story in cui le strade della città sono altrettante linee del tempo che si dipanano e si ricongiungono dentro il groviglio della trama collettiva. Si ripercorre la storia della città attraverso la narrazione dello sventramento del suo quartiere più popolare e del conseguente trasferimento forzato di più di trentamila persone dal centro alla periferia. Il più grande esodo forzato (di Stato) che la storia delle città d’Europa occidentale ricordi dal dopoguerra in poi: Catania passa, nel volgere di meno di dieci anni, dalla definizione di "Milano del Sud" a quella della città con il più alto tasso di delinquenza minorile d'Europa; Catania diventa il laboratorio politico e antropologico in cui si sperimenta e si perfeziona il modello da esportare il tutto il meridione d’Italia: il clientelismo di massa.
L'edizione 2013 dello spettacolo ha la caratteristica di essere messa in scena all'interno della parte del vecchio quartiere, risparmiata da quella operazione di bonifica, che per 50 anni è rimasta una zona esclusivamente dedita alla prostituzione ed ancor oggi vissuta come luogo separato dal contesto socio culturale della città. Uno spazio suggestivo tra via delle Finanze e via Buda diventa così un teatro a cielo aperto di straordinaria bellezza tra i ruderi saturi di una storia con cui la città ha l'occasione di riconnettersi.
(28 maggio 2013)