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Dante e l'esegesi virgiliana. Tra Servio, Fulgenzio e Bernardo Silvestre

Lunedì 22 aprile alle 17, nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, presentazione del volume di Sebastiano Italia
La locandina Il libro

Lunedì 22 aprile alle 17, nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini (dipartimento di Scienze Umanistiche), Nicolò Mineo (professore emerito di Letteratura italiana, Università di Catania), Antonio Di Grado (Università di Catania), Sergio Cristaldi (Università di Catania) e Concetto Martello (Università di Catania) presentano il volume di Sebastiano Italia, Dante e l'esegesi virgiliana. Tra Servio, Fulgenzio e Bernardo Silvestre (Bonanno Editore, 2012).

Il libro. È indubbio che Dante si sia accostato a Virgilio valorizzando le mediazioni culturali che nel Medioevo accompagnavano la sua fruizione. Conosciamo la familiarità dantesca con le glosse e i commenti ai classici, che non solo guidavano l’approccio al testo, ma giovavano inoltre alla maturazione della tecnica di imitazione/emulazione poetica.
Vengono messi in evidenza e ampiamente discussi, in un’attenta analisi comparativa, tutti quei passi di Dante nei quali il sottofondo dell’esegesi allegorica di Virgilio si lascia percepire. Naturalmente, l’analisi soppesa, caso per caso, nonché in sede di bilancio complessivo, la risignificazione che Dante imprime ai prestiti di cui si avvale.
Per la prassi allegorica (Fulgenzio-Bernardo Silvestre), l’Eneide si deve leggere secondo l’allegoria dei poeti; da parte sua, l’interprete Servio accredita una lettura storica del capolavoro virgiliano. Ora questa seconda ottica diviene per Dante una conquista decisiva. Un racconto virgiliano che risulti storicamente vero può accertare la fondazione illustre dell’Impero universale, di cui è padre nobile un eroe come Enea, e inoltre rivendicare il suo carattere provvidenziale, che Virgilio enfatizzava.
A incoraggiare la valorizzazione degli auctores congiurava la certezza di cogliervi, anche attraverso l’allegoresi, un contenuto sapienziale compatibile col Cristianesimo. E Virgilio si prestava più di altri a questo approccio.

L'autore. Sebastiano Italia è dottore di ricerca in Filologia Moderna e collaboratore della cattedra di Letteratura italiana e di Filologia e critica dantesca al dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. Attualmente è docente a contratto di Filologia dantesca alla Scuola Superiore di Catania e curatore, per la redazione de "Le Forme e la Storia", dell'archivio digitale per il sito italinemo.it.
Si occupa di Letteratura italiana, studi danteschi, di Virgilio e della sua esegesi, di Ugo Foscolo e di teoria dell'intertestualità. Tra le sue pubblicazioni: Dante figura di Enea. Riscontri intertestuali, in «Bibliotheca Phoenix» LVII, 2008, Carla Rossi Academy Press Index, Cra-Inits (www.cra.phoenixfound.it); Dante e Servio. «Sotto ’l velame de li versi strani», in L’opera di Dante fra Antichità, Medioevo ed epoca moderna, a cura di S. Cristaldi-C. Tramontana, Catania, CUECM, 2008, pp. 329-417; Virgilio nei Sepolcri di Ugo Foscolo: prove di intertestualità, in «Le Forme e la Storia» n.s., V, 2012, I, pp. 109-130; Il Virgilio medievale. Tra filologia, filosofia e leggenda, Roma-Acireale, Bonanno Editore, 2012.

(22 aprile 2013)

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