Domenica 24 marzo alle 21, al Teatro Coppola di Catania, andrà in scena La Locandiera, commedia capolavoro di Carlo Goldoni.
"Gli esseri umani, anche troppo spesso, non si dicono la verità gli uni agli altri; non se la dicono perché vogliono ingannare l'altro, oppure perché vogliono ingannare se stessi, oppure per entrambe le ragioni insieme. Chi non sa dire a se stesso tutta la verità è destinato a ripeteresempre gli stessi errori."
Questo è il destino di Mirandolina, questo è il destino di chi come lei, sceglie di fingere a se stessa e agli altri per arrivare ai propri scopi. La Locandiera è capolavoro per questa ragione, la rivoluzione Goldoniana non verte soltanto sul cambio di linguaggio e l'abbandono delle maschere, ma ciò che colpisce di questa commedia è l'assolutismo dei personaggi tutti, che disegnano un mondo di nobiltà e decadenza che, a mio modesto avviso, va' oltre l'aspetto sociale del tempo, ma sopravvive ad oggi.
Il Conte, il Marchese, il Cavaliere, allora specchio di una nobiltà in cambiamento inevitabilmente richiamano a figure di nuova memoria, come politici, commendatori e cavalieri vari, ma è in Mirandolina che Goldoni dipinge indissolubilmente un modo non solo di essere donna, ma di essere. La sua finzione, il suo recitar nella recita, se da un lato è piacevole e gustoso, dall'altro ne mostra una solitudine di sentimenti dal quale lo stesso autore ci vuole mettere in guardia.
"Sono tutti innamorati di Mirandolina", ma Mirandolina non ama. Mirandolina c'è stata, c'è e sempre ci sarà. Vedere Mirandolina solo da fuori credo sia riduttivo, attraverso l'astrazione ho provato scavarle dentro, a tuffarmi dentro di lei per vedere cosa trovavo, cosa nasconde nel cuore e nella pancia. Qualcosa ho trovato, qualcosa di cui non mi ero accorto in una prima lettura, un sotterraneo dove lei stessa si rifugia e di cui Goldoni ci dona la chiave, così il regista Massimo Tuccitto.
Un classico del teatro, La locandiera di Carlo Goldoni, messa in scena con interpreti eccezionali ed una regia impeccabile, quella di Massimo Tuccitto. Massimo Tuccitto è giovane regista siciliano con alle spalle un bagaglio di esperienza importante. La grande passione di Tuccitto, lo porta ad affrontare coraggiosamente un momento storico difficile per la cultura italiana, «ed è proprio questo il momento di tornare in teatro» sostiene il giovane regista «E' tempo di teatro. E'il tempo del teatro».
Tutti gli spettacoli servono a finanziare la ricostruzione del Teatro. Ingresso libero con sottoscrizione volontaria
(22 marzo 2013)