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I'm Gonna Live Anyhow Until I Die

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Dal 30 marzo al 18 giugno, alla Galleria La Veronica di Modica (Rg), mostra personale di Johanna Billing

Dal 30 marzo al 18 giugnoLa Veronica arte contemporanea di Modica (Rg), presenterà la prima mostra personale in Italia di Johanna Billing dal titolo I'm Gonna Live Anyhow until I Die, a cura di Lorenzo Bruni.

L’opera video, che da il titolo alla mostra, è stata realizzata in occasione del progetto per celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, co-finanziata dal Mac di Belfast. La mostra inoltre sarà costituita da un disco in vinile prodotto per l'occasione, in cui saranno presenti le versioni improvvisate delle canzoni Cariocinesi and Mechanics, scritte dal cantautore siciliano Franco Battiato, e arrangiate qui dalla Billing come omaggio a Battiato ed al sul classico concept album Fetus.

Il disco contiene tracce audio delle conversazioni durante le riprese a Roma e delle registrazioni in studio a Stoccolma (non incluse nel video finale, ma utilizzate per questo album, come una visione alternativa alla documentazione di questi eventi). Sono presenti anche una serie di disegni realizzati con tempere nere che ricordano le forme di Rorschach, realizzate dai bambini nel corso di questo “video/azione” e uno slide show dei sopralluoghi fatti nei luoghi di Roma dove è stato girato il video.

I personaggi principali del video “I'm gonna live anyhow until I die” sono cinque bambini che scoprono strade e zone particolari di Roma, mentre i loro genitori continuano un lungo e ozioso pranzo al ristorante 'Al biondo Tevere'(1). Dopo una lunga corsa per il parco dell'acquedotto romano, una sosta in un cortile del quartiere popolare degli anni trenta di Testaccio ed una all’idroscalo di Ostia, i bambini finalmente arrivano in una scuola vuota nel centro di Roma in cui il tempo sembra essersi fermato. In questo luogo iniziano ad osservare con stupore e a sperimentare gli oggetti e gli strumenti pedagogici obsoleti che sono stati ammassati nell'aula principale trasformata in deposito.

La scena poi si sposta nel corridoio dove, a poco a poco, ogni bambino inizia a comporre figure con pennelli e tempera nera su fogli di carta da disegno piegato a metà, creando macchie simili a quelli del test di Rorschach. Il video è la narrazione di un viaggio intimo o comunque al limite con il sogno da parte di questo gruppo di bambini che “li porta avanti e indietro tra tempi, luoghi e generi, trovando un proprio ritmo autonomo”.


(30 marzo 2013)

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