Lunedì 18 marzo alle 21, al Teatro Musco, ultimo appuntamento con Vincenzo Pirrotta per il ciclo dei Dialoghi con il personaggio promosso dal Teatro Stabile di Catania e dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università che Vincenzo Pirrotta sceglie di concludere con il possente “Prometeo incatenato” di Eschilo.
Orribilmente impalato alla roccia. Straziato dall’aquila che, ad ogni levare del sole, da tremila anni gli squarcia il ventre e divora il fegato che ricresce la notte. Atroce è il supplizio di Prometeo, il Titano amico degli uomini, e per loro ribelle agli dei. Paga così la decisione di contravvenire al volere di Zeus, che ha privato i mortali del fuoco “divino”. Rubandolo all’Olimpo per restituirlo di nuovo al genere umano, Prometeo rischiara “illuministicamente” le tenebre che erano scese sulla conoscenza. È lui il benefattore dell’umanità, ma nella sua disobbedienza, nella sfida alla divinità incarna il sentimento dell’hybris, della tracotanza.
Vivo è stato il successo tributato dal pubblico al progetto ideato dal direttore dello Stabile Giuseppe Dipasquale e dallo storico Enrico Iachello, docente presso il Dipartimento, puntando sulla spiccata comunicativa scenica di Vincenzo Pirrotta, impegnato a confrontarsi con fondamentali ruoli e testi della drammaturgia universale, in approfondimenti coinvolgenti tanto da trasformarsi in vere e proprie colluttazioni interpretative ed emotive.
Vincenzo Pirrotta, che non ha mai dimenticato i classici greci fondativi della sua formazione, collutterà con l’essenza stessa del Titano, astuto e preveggente, portatore di progresso. I passaggi salienti della tragedia eschilea saranno condivisi con la platea, di cui si prevede l’attiva partecipazione, in una sorta di laboratorio sperimentale che coinvolgerà anche gli allievi della Scuola d’arte drammatica dello Stabile, intitolata ad Umberto Spadaro.
(18 marzo 2013)