Venerdì 22 marzo alle 20, alla Galleria Fiaf Le Gru di Valverde (corso Vittorio Emanuele, 214) sarà inaugurata la mostra fotografica I Giudei di San Fratello di Gaetano Bonanno, Giuseppe Fichera e Pietro Urso.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 15 aprile, sarà presentata da Enzo Gabriele Leanza (vicepresidente del Gruppo Fotografico Le Gru), Santo Mongioì (direttore Galleria Fiaf) e dal critico fotografico Pippo Pappalardo.
Dopo Scianna, Leone, Minnella - scrive Pappalardo - la ricognizione fotografica si appunta ancora sulla Pasqua isolana e sui riti del Venerdì Santo. Sembra un ripetersi dell’evento e invece devo ricredermi: Gaetano Bonanno, Giuseppe Fichera e Pietro Urso dimostrano che qualcosa scompare e qualcosa sopravvive; anzi, acquista significato più evidente, costringendoci a guardare all’evento pasquale in modo diverso. Ciò che vedete è la processione del Venerdì Santo in quel di San Fratello in provincia di Messina. Il sopravvivere di una tradizione dove il burlesco o il carnevalesco, diciamo pure l’irriverenza e la dissacrazione, hanno il sopravvento visivo su un rito che rimane penitenziale e religioso. Mentre questi caratteri, però, vanno affievolendosi nella ritualità folklorica e pietistica, o prendono adeguatamente altre direzioni, il protagonismo trasgressivo dei Giudei sopravvive, inquietante per occhi che vogliono vedere e per orecchie che vogliono ascoltare. Nel loro silenzio – solo profane marcette musicali - e nelle fotografie che li ritraggono c’è solo una domanda che si para davanti agli obiettivi: “Cosa siete venuti a cercare? I morti stanno tra i morti e i vivi stanno tra i vivi. Se cercate un dio che è morto, non occorre salire su queste franate montagne; se volete incontrare un dio che cammina, vivo tra uomini vivi, allora unitevi a noi”. I nostri autori, allora, non individuano nei Giudei chi ha fatto un (dei)cidio nel corpo di (Ge)sù, o coloro che sono coinvolti nella responsabilità della sua morte (il potere, via), ma quelli che, paradossalmente, professano nel rito una diversa dimensione religiosa: fanno ritratto, infatti, sia dell’atteggiamento sospetto, diffidente della Samaritana ma anche della sincerità del piccolo Zaccheo che sa arrampicarsi sul sicomoro perché vuole capire.
Info: presidenza@fotoclublegru.it
(22 marzo 2013)