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I consumisti mangiano i bambini

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Venerdì 15 e sabato 16 febbraio alle 21, al Teatro Musco di Catania, in scena Diego Parassole, per "Comics", rassegna organizzata in collaborazione con il Teatro Stabile

Venerdì 15 e sabato 16 febbraio alle 21, al Teatro Musco di Catania, andrà in scena Diego Parassole in I consumisti mangiano i bambini, per "Comics", la rassegna organizzata dall'associazione "Ecco Godot" con la collaborazione del Teatro Stabile.  

“I consumisti mangiano i bambini”: così la vede e la pensa Diego Parassole, campione di umorismo socialmente impegnato, ospite del cartellone di Comics. Dopo Sergio Vespertino e il duo “I sensi d’oppio”, Comics propone un altro nome di sicuro impatto, Diego Parassole, che ha scelto la parodia di uno slogan storico per il titolo del suo nuovo spettacolo. “I consumisti mangiano i bambini”: un titolo esagerato? Forse, ma non troppo! Comico e umorista di impegno, Parassole ci ha abituato a spettacoli di contenuto sociale, ecologico e umano.

Non tutti si possono permettere di proporre sequenze comiche esilaranti che parlano di questioni complicate come i meccanismi che entrano in gioco nel nostro cervello quando dobbiamo acquistare un prodotto, l’eccesso di consumi, l’obesità, l’alimentazione tradizionale e quella con cibi biologici. E ancora meno sono quelli che possono prendere in giro concetti altisonanti, come l’obsolescenza programmata. Parole grosse che spesso si usano per non farci capire cose semplici: l’obsolescenza programmata significa che, tra le tante cose che compriamo, non è solo il latte quello che ha la data di scadenza: anche la lavatrice e la videocamera, sono destinate a “scadere” molto prima di quanto ci si aspetti.

Allora perché “I consumisti mangiano i bambini”? Certo, è una provocazione: i consumisti non mangiano i bambini… però tutti noi, da tempo, stiamo mangiando il loro futuro. Lo spettacolo parla di questo. Di come continuiamo a sopravvivere ascoltando più la pubblicità che il medico. Di come mangiamo ogni giorno il doppio di quello che ci serve. Di come, così facendo, creiamo un mondo dove da una parte si muore d’indigestione e dall’altra di fame.

Potrebbe sembrare uno spettacolo che chiede un’adesione ideologica preventiva per essere visto. Ma non è così. Il monologo di Parassole si pone delle domande su quello che potrebbe essere il nostro futuro. Un futuro che probabilmente sarà complicato ma certamente anche ridicolo. Certo, questo dipenderà anche molto dalle scelte che faremo. Parassole ci propone di farle col sorriso sulle labbra. Perché imparare a ridere di noi stessi e dei nostri comportamenti poco pensati, può allungare la vita.

(15 febbraio 2013)

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