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La resistibile ascesa di Arturo Ui

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Dal 13 al 24 febbraio, al Teatro Verga di Catania, in scena Umberto Orsini interpreta parodia brechtiana dell'ascesa di Hitler

Dal 13 al 24 febbraio, al Teatro Verga di Catania, il grande Umberto Orsini interpreta in scena Arturo Ui, parodia brechtiana dell'ascesa di Hitler, nell'ambito della Stagione 2012-2013 del Teatro Stabile.

Umberto Orsini ritorna con un testo brechtiano dal forte ed esplicito impegno civile, la resistibile ascesa di Arturo Ui, impietosa satira sulla presa del potere di Adolf Hitler. E' una coproduzione ERT-Emilia Romagna Teatro Fondazione e Associazione Teatro di Roma.  A firmare la regia è Claudio Longhi che si avvale della traduzione di Mario Carpitella. Accanto ad Orsini, mattatore di rango, agiscono Nicola Botolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis. Insieme faranno rivivere una pièce di cui si contano in Italia poche ma significative edizioni.

Sarà lo stesso Umberto Orsini a presentare lo spettacolo nell'ambito del ciclo "Doppia scena", promosso in sinergia dallo Stabile e dalla Libreria Mondadori Diana, che ospiterà l'incontro giovedì 14 febbraio alle 17:30, per un'ulteriore occasione di approfondimento su un caposaldo della drammaturgia universale. Uno dei lasciti più decisivi della stagione teatrale novecentesca è infatti rappresentato, senza ombra di dubbio, dal teatro di Bertolt Brecht: pietra di paragone per ogni sperimentazione successiva e oggi classico indiscusso e riconosciuto a livello internazionale.

La resistibile ascesa di Arturo Ui è una parabola satirica sull'avvento del nazismo nella Germania dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta. Quando ormai la Seconda guerra mondiale si sta combattendo da due anni, Brecht sceglie di tornare alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani e, a se stesso, da nove anni, l'esilio.

L'indagine che sceglie d'avviare sui meccanismi perversi del potere e della demagogia sfocia in un allucinato e macabro affresco che, con un facile meccanismo allegorico, egli ambienta non già in Europa, teatro reale del disastro, bensì oltreoceano, in una fantastica Chicago, nella quale ripercorre le fasi della costruzione del consenso per Adolf Hitler sulla falsariga di quelle dell'ascesa criminale di Al Capone.

La messa in scena intende assecondare pienamente il registro grottesco di questa "farsa storica". L'incisiva brevità dei singoli "numeri", la retorica della sopraffazione mafiosa, la serie rocambolesca dei fatti di cronaca narrati e messi alla berlina attraverso la lucida comicità di cui Brecht si serve come arma storico-critica, traducono la parabola in una "rivista" briosa e nitida, caustica ed elegante, sul tragico nonsenso del nostro passato.

La resistibile ascesa di Arturo Ui sviluppa così un apologo feroce e violento sulla tragedia europea del Nazismo, sull'intreccio terribile e puntuale di economia e terrore, di gangsterismo politico e consenso di massa. Scegliere di rappresentarlo vuole essere un imprescindibile esercizio di memoria: quella stessa memoria di cui sarebbe immorale perdere le tracce e di cui soltanto i classici - antichi e moderni - sanno farsi portavoce magistrali, realizzando l'ideale supremo per cui ogni opera d'arte deve avere valore di civiltà.

(13 febbraio 2013)

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