Venerdì 5 ottobre alle 21,30, nel cortile ex monastero dei Benedettini, festa conclusiva del Festival I porti dell'arte - Closing party > urban tribù con live performances di Baba Zula, Microphone Mafia, Tommyboy e freestyle session di Massimino & His Crew.
Baba Zula - Formazione musicale aperta alla collaborazione con musicisti e artisti appartenenti a diversi campi: nella loro musica da psicodanza del ventre si fondono la memoria e i suoni del rock psichedelico degli anni Sessanta, una voce femminile e melodie da Mille e una notte, e elettronica e strumentazione tradizionale turca. I rapporti con il cinema e il teatro sono peraltro una costante del lavoro di Baba Zula, nome di uno dei protagonisti del film Crossing the Bridge, che ha realizzato diverse colonne sonore per film e piece teatrali. Le collaborazioni per cui sono più noti in Europa sono tuttavia quelle con musicisti occidentali, come il celebre mago del dub Mad Professor, che ha prodotto i loro due ultimi dischi, o i rinomati musicisti giamaicani Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, o ancora Alexander Hacke, bassista dei berlinesi Einstürzende Neubauten. A un suono progressivo e al tempo stesso viscerale si accompagnano spesso dei testi politicamente espliciti, tanto che diverse canzoni del loro ultimo disco sono state proibite dalla radio e dalla televisione nazionale turca. Non mancheranno le psicodanzatrici del ventre che animano i loro show, e che si preannuncia unico e di forte impatto sonoro e visivo),
Microphone Mafia - attualmente formati da due artisti tedeschi di origine turche – Kutlu e Örder e uno di origine italiane - Rossi, sono uno dei gruppi storici e più rappresentativi del rap dei giovani figli di immigrati in Germania. Sin dall’inizio, a metà degli anni ottanta, come rivela Kutlu, quando sono usciti i primi film negli Stati Uniti sui figli degli immigrati turchi, italiani, jugoslavi o africani, si sono immedesimati subito con il messaggio dei rapper afroamericani o portoricani. Le campagne medianiche contro il “pericolo” rappresentato dagli stranieri e le aggressioni e le morti di Rockstock, Hoyersweda, Solingen dei primi anni novanta, hanno fatto da catalizzatore alla formazione e all’impegno politico di molti gruppi rap formati da giovani tedeschi figli di immigrati. Nel 2006 esce il loro ultimo album ”Testa Nera” - in tedesco scharzkopf testanera è uno degli epiteti usati per indicare gli immigrati - fra cui spicca una versione di “Bella Ciao” interpretata e cantata, come di consueto, in italiano, turco e tedesco. “Preferiamo parlare chiaro, e se qualcuno si sente attaccato personalmente, si tratta di un fatto voluto. Preferiamo mettere il dito nelle piaghe, le nostre e quelle degli altri. Raccontiamo le ferite, i sogni e i desideri, la nostra voglia di vivere”.
Tommy Boy Freestyle Session - dj catanese il cui primo approccio col giradischi inizia nel 1994, dedicandosi unicamente all' arte dello scratch. Negli anni si evolve musicalmente selezionando i suoi primi dischi hiphop in vari locali catanesi. Oggi il suo percorso è basato sulla ricerca delle origini dell' hiphop che affondano nelle radici del funk, jazz, rare grooves, blues e soul dell'America nera anni 70. La costanza e la bravura nell'arte del turntablism e dj set, lo hanno portato ad una serie di comparse in vari locali della penisola ed esteri.
Infine le breacking performances di Massimino & His Crew, artisti turchi insieme ad artisti siciliani per dar vita il 5 ottobre ad una grande festa urbana nella splendida cornice del cortile dell’ex Monastero dei Benedettini, per la serata conclusiva del festival.
(05 ottobre 2007)