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Il paraninfo

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Fino al 10 febbraio, al Teatro Musco di Catania, in scena classico del teatro comico siciliano, per la rassegna “L’arte della commedia”

Fino al 10 febbraio andrà in scena, al Teatro Musco di Catania, un classico del teatro comico siciliano, Il paraninfo di Luigi Capuana, per la rassegna “L’arte della commedia”. E' una produzione Teatro Stabile di Catania per la stagione 2012-2013.

La scelta è caduta su un testo di culto: “Il paraninfo” di Luigi Capuana, pietra miliare della drammaturgia in vernacolo. La regia e adattamento sono di Francesco Randazzo,  Dora Argento firma scene e costumi, Silvana Lo Giudice i movimenti coreografici, Nino Lombardo le musiche, Franco Buzzanca le luci.

Nel ruolo del titolo un beniamino del pubblico come Angelo Tosto, qui affiancato da un folto cast che annovera Vitalba Andrea, Alessandra Barbagallo, Filippo Brazzaventre, Cosimo Coltraro, Egle Doria, Camillo Mascolino, Margherita Mignemi, Rosario Minardi, Sergio Seminara, Olivia Spigarelli, Riccardo Maria Tarci, Aldo Toscano, Luana Toscano. Al pianoforte lo stesso Nino Lombardo.

Situazioni esilaranti innervano un capolavoro ricco di risvolti umani e sociali, com'era nelle corde del grande scrittore verista, nativo di Mineo. In un’epoca in cui il matrimonio combinato era assai diffuso, l'autore rivendica la priorità del sentimento. Convinto altresì dell'importanza del teatro dialettale, redige il copione in siciliano ricavandolo da una sua novella in lingua. Capuana tratteggia da par suo uno spaccato di fine ‘800, per raccontare la vicenda di un ex maresciallo della Guardia di Finanza, il cui scopo nella vita è portare al fidanzamento giovani e meno giovani, borghesi e campagnole di buona famiglia. Per Don Pasquale Minnedda fare sposare il prossimo è una "missione", ma gli procura più guai che gratitudine, visto che le sue coppie improbabili si sciolgono in men che non si dica. Parlantina da avvocato mancato, Pasquale è appunto un paraninfo, ovvero un combinatore di matrimoni per professione, quale ormai non si trova più neppure nei piccoli paesi della provincia. Ma il fascino del testo resta inalterato.

(15 gennaio 2013)

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