Sabato 15 (ore 20:45) e domenica 16 dicembre (ore 19), allo Scenario Pubblico di Catania, si terrà la performance L'ombra del Minotauro della Compagnia Petranura Danza.
Le coreografia e regia sono di Salvatore Romania e Laura Odierna. Le musiche di Led Zeppelin, Zoé Keating, Astor Piazzolla, Keny Arkana. Performers: Claudia Bertuccelli, Valeria Ferrante, Yuna Charbonneau, Salvatore Romania, Bianca Dakli, Veronica Mondo, Paula Romero Raga, Salvo Alicata.
Questa nuova produzione vede i due coreografi della compagnia Petranura danza, Salvatore Romania e Laura Odierna, impegnati nella ricerca e sperimentazione di un linguaggio coreografico contemporaneo che guidi e narri l’idea che la vita dell’uomo quando non ascolta l’eco dell’anima, scorre buia sotto “L’ombra del Minotauro”, paura che paralizza ed attanaglia l’anima quando non sappia come districarsi nel limbo della non conoscenza, del terrorismo psicologico, della solitudine, della tristezza, della sofferenza, della guerra, della fame. Il Minotauro, forza cieca ed istintiva, non conosce né il bene né il male, opera al di là di ogni morale o logica razionale, sembra quasi che la cultura e l'educazione non possano nulla contro qualcosa che è nell'uomo da sempre, che è parte del suo essere biologico: la brutalità istintiva, l'eros, la carica primigenia della natura che afferma con violenza il proprio diritto ad essere, possedendo. Brutalità, violenza che può mascherarsi sotto mille facce, può prendere oggi come sempre, quella del potere economico, politico, culturale, sessuale, razziale od anche tutte quante insieme. Una violenza che attraverso mille canali può entrare anche nella nostra vita, allora anche ognuno di noi può esserne direttamente ed individualmente coinvolto. Aggressore e vittima, violenza perpetrata e violenza subita: la difficile dialettica di questi due poli sembra essere messa all'indice, a far risaltare l'ambiguità di un rapporto in cui la responsabilità non ricadrebbe da una sola parte. Discorso difficile da fare ed ancora più difficile da accettare. Il mondo diviso nettamente in buoni e cattivi è molto più comprensibile e controllabile, ma sappiamo pure che non rispecchia la realtà. Il Minotauro allora è simbolo immortale e senza tempo della bestia che c’è nell’uomo, cioè verità dietro il mito e allo stesso tempo è metafora della pressione sociale e culturale subita dall’essere e delle paure che si celano dentro e fuori di noi. Non resta che calarsi dentro quei labirinti che attanagliano l’anima, in quel bosco interiore dove sarà impervio riuscire a districarsi, disposti anche al sacrificio estremo per uscire dall’ombra, lottando con tutte le proprie forze. (Laura Odierna e Salvatore Romania)
(15 dicembre 2012)