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Internat mon amour

Da venerdì 16 a domenica 18 novembre alle 21, al Teatro Machiavelli di Catania, in scena testo di e con Liborio Natali, a cura dell'associazione Ingresso Libero

Da venerdì 16 a domenica 18 novembre alle 21, al Teatro Machiavelli di Palazzo Sangiuliano (piazza Università, 16), prosegue la terza stagione di spettacoli, concerti, laboratori a cura dell'associazione Ingresso Libero, in collaborazione con il dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania e Isola Quassùd, per la direzione artistica di Lamberto Puggelli.

Per la rassegna "Attori Autori. Giovani artisti guardano al presente" va in scena Internat mon amour di e con Liborio Natali. Progetto scenico e regia Salvo Piro, musiche elettroniche Stefano Pagana, con la consulenza musicale di Riccardo Insolia. Assistente alla regia Carmelo Motta, direttore di palcoscenico Angelo Gullotta.

Questo è il secondo testo di una trilogia sull’infanzia abusata che Liborio Natali porta in scena dopo “Storie di ordinaria pedofilia”, prima produzione di Ingresso Libero.

Dopo la dissoluzione dell’Urss e dopo il disastro ambientale di Chernobyl, la Bielorussia si è trovata a dover fronteggiare il grave problema dell’elevato numero di orfani. Sono oltre 27.000 i minori affidati alla tutela dello stato e si tratta, non solo di orfani naturali, per lo più di orfani “sociali”, minori i cui genitori hanno perso la patria potestà. Dall’osservazione di questo fenomeno prende spunto Liborio Natalli per il suo testo che rientra in quell’idea, a lui cara, di teatro di testimonianza, di denuncia.

A causa di un drammatico episodio accaduto all’interno del suo istituto, il direttore di uno dei 400 orfanotrofi della Bielorussia si trova a fare i conti con la sua vita e con la condizione esistenziale degli internati. Un'occasione per riflettere sulla grave situazione del disagio sociale e sui disastri generati dai modelli della civiltà contemporanea.

In uno spazio astratto, l’attore conduce il pubblico in un viaggio emozionale nei corridoi, nelle camerate, nel cortile di uno degli orfanotrofi di Minsk (Bielorussia), raccontando la sua storia e quella del suo popolo. Il testo è nel presente, ma lo sfondo è sospeso in un tempo che va dal dopoguerra allo scoppio della centrale di Chernobyl, con qualche sfumatura fine ottocento.

L'ingresso è libero con prenotazione obbligatoria (346/7472779 - info@ingressolibero.eu)

(16 novembre 2012)

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